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Il Fatto: il Patriarca di Venezia lancia un anatema contro Paolo Sorrentino

La sigla di The New Pope, con le monache in sottoveste bianca, che danzano discinte sotto la croce non è piaciuta. “Una scena offensiva sotto il simbolo cristiano per eccellenza, la croce”

Il Fatto: il Patriarca di Venezia lancia un anatema contro Paolo Sorrentino

Alla Chiesa di Venezia proprio non è piaciuto il primo episodio di The New Pope, di Paolo Sorrentino. Sicuramente non ha gradito la sigla, che ritrae un gruppo di monache, belle e discinte, che danzano sulle note di Good Time Girl del duo Sofi Tukker sotto la croce nel Cenacolo Palladiano sull’isola di San Giorgio.

E’ il Patriarca in persona che lancia l’anatema contro il regista. Lo racconta Il Fatto Quotidiano. Monsignor Francesco Moraglia ha usato, allo scopo, il suo delegato per i beni culturali, l’architetto don Gianmatteo Caputo. Queste le sue parole:

“La scena risulta offensiva, è simile a un video musicale realizzato in un luogo fondamentale della storia e della tradizione monastica a Venezia. Una sorta di stage per una danza dal contenuto ammiccante e allusivo, collocata sotto il simbolo cristiano per eccellenza, la croce”.

Caputo ha aggiunto:

“È un episodio che offende e profana. Sarebbe stato opportuno non concedere, per le riprese, l’utilizzo di quello spazio a elevato valore storico e simbolico”.

Poi è intervenuto lo stesso Patriarca:

“Non si tratta di scandalizzarsi, ma la croce è un simbolo per molti, vuol dire il sacrificio, la salvezza, il dono totale di sé. Per molti, chi era in quella croce era ed è il figlio di Dio. Il rispetto dei simboli è il rispetto delle persone. L’arte è libertà, l’arte è creatività, l’arte è qualcosa a cui non si può mettere la museruola. Eppure la croce non è un soprammobile, per molti credenti è il riferimento ultimo della vita”.

E conclude:

“Chi ha dato i permessi dovrebbe riflettere sul perché lo ha fatto e trarne le conseguenze”.

Chi ha dato i permessi è la Fondazione Cini, per la quale parla il vicepresidente, Carlo Alberto Tesserin:

“Non ne sapevo nulla, sono dispiaciuto. Avrei dovuto essere quantomeno avvertito. Il segretario generale Gagliardi ha la responsabilità della concessione degli  spazi. Anche se è ben remunerato, non vuol dire che si sia autorizzati a fare qualsiasi cosa”.

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