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I citofoni tacciono e anche i telecronisti di Sky hanno poco da dire

La domenica sera è segnata dalla notizia di Kobe Bryant. Si capisce che il Napoli non perderà e dall’Emilia arrivano le prime notizie

I citofoni tacciono e anche i telecronisti di Sky hanno poco da dire
during the Italian Serie A football match SSC Napoli vs Fc Juventus. (Hermann)

Avremmo dovuto andare al cinema, perciò avevo già messo in conto di essere aggiornato sul risultato a fine spettacolo, in ogni caso, mi ero convinto che il Napoli avrebbe fatto una buona partita, lo avevo detto anche a mio padre nel pomeriggio. Poi al cinema non siamo andati, come a volte succede: “Ci andiamo domani?, “Andiamoci domani”. A quel punto guardarla è doveroso e quasi inevitabile. Mi direte che avrei potuto continuare a leggere e vi do ragione, mi mancano poche pagine per finire lo splendido “Friday Night Lights” di Bissinger, un libro sul football americano liceale, sul Texas degli anni ottanta, un libro che ha cambiato il modo di raccontare lo sport, che finalmente è uscito in italiano per 66thand2nd.

Nel libro si legge questa frase: “Il ricordo di ciascuna partita era come un prisma di cristallo, sempre più bello e intricato ogni volta che veniva posizionato sotto la luce.” Ed è così, non è vero? Le ricordiamo tutte le partite, le belle, le meno belle, le brutte, le grandi imprese e le disfatte. Ogni volta il ricordo cambia perché la memoria del singolo viene completata dalla memoria collettiva, perfino quello che sentiamo nel cuore non appartiene a un’emozione singola ma è un brandello di quella di tutti gli appassionati. Anche per quella frase decido di rimandare la lettura degli ultimi capitoli del libro a un altro giorno.

Sta per cominciare la partita quando vedo passare un tweet, pare che Kobe Bryant sia morto in un incidente con l’elicottero. La notizia non può essere vera, non deve essere vera. È come se mi avessero staccato il poster della cameretta dal cuore. Passo una ventina di minuti a cercare conferme, per mio dispiacere, per il dispiacere di tanti, la tragedia è accaduta davvero, Kobe è morto, Kobe non c’è più. Poco importa se col tempo diremo, anzi già diciamo, che è tra gli immortali, che è una leggenda, Kobe è morto, il Napoli è disposto bene in campo. A questo punto la partita mi serve per distrarmi, almeno per un’ora e mezza. Kobe, come si fa? È come se fosse morto Maradona, come se fosse morto Federer.

La partita si sta giocando più o meno da mezz’ora, non è successo nulla eppure è successo parecchio. Questa mezz’ora è servita a farmi capire che il Napoli di stasera non perderà, o comunque che sia molto difficile che accada, i bianconeri sembrano poco convinti gli azzurri lo sono parecchio. Il Napoli è messo bene in campo, ordinato, le imprecisioni dovute all’ansia sono molto poche. Questa partita non si perde, al massimo si pareggia. Scarico una foto di Kobe che va a canestro e la posto citando una frase che disse da ragazzino, rivolto ai compagni di squadra del padre. Solo postare quella foto mi commuove, mette il mio dispiacere sotto una luce più grande, quella di centinaia di persone. Napoli – Juve è all’intervallo, in Emilia pare che il Pd sia avanti. I citofoni tacciono e anche i telecronisti di Sky hanno poco da dire.

Comincia il secondo tempo, il primo di tutti i secondi tempi senza Kobe Bryant. A Sky hanno qualche secondo di esaltazione, a loro avviso la Juventus ha deciso di spingere. A noi non risulta. Taceremo qui i brividi emotivi che ha provato Marchegiani quando è stato annullato il gol a Ronaldo, “vedi però appena la Juve accelera”. Esaltarsi su un’azione che non c’è stata, tanto era evidente il fuorigioco di Higuain in partenza. Vabbè. Il Napoli gioca, è ordinato, Gattuso azzecca tutto, pure i cambi, segniamo un gol, meriteremmo un rigore, ne segniamo un altro.

Qualche parola su Insigne, sono ormai due partite che fa quello che sa fare e che ogni tanto dimentica. Bravo in attacco e in copertura, stupendo quando nel finale chiude su Douglas Costa. Quando segna, dopo i festeggiamenti sotto la curva, torna verso il campo, lo sta aspettando Callejón che gli fa un inchino e poi si abbracciano, quando il ricordo di questa partita si farà “prisma di cristallo” ricorderemo quel momento e di volta in volta gli attribuiremo un significato diverso. Al momento lo cataloghiamo sotto la voce bellezza.

Quando le cose cambiano lo capiamo anche da piccoli segnali. Nel secondo tempo Mario Rui scivola, ma è solo una scivolata, la palla finisce in fallo laterale, niente di che, niente di grave, grandi sospiri. La scivolata si rimette sul binario dell’episodio non in quello del dramma.

Leggo che a fine partita Sarri, tra le altre cose ha detto: “Se proprio devo perdere preferisco farlo a Napoli”. Caro Maurizio, ti auguro che questo tuo desiderio possa essere esaudito tutte le volte, che addirittura ogni domenica, ogni luogo ti sembri Napoli. Del resto come scriveva Malaparte “il destino dell’Europa è diventare Napoli”.

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