Dal 1992 sono oltre 750 i milioni di euro in plusvalenze. In pratica il 41% del fatturato complessivo. Sul podio la cessione del portiere friulano, nella top ten quella del centrocampista polacco
Il “Modello Udinese” dell’era Pozzo ha solide basi nel calciomercato. Dal 1992 sono oltre 750 i milioni di euro in plusvalenze. In pratica il 41% del fatturato complessivo. Lo scrive Calcio e Finanza.
La relazione sulla gestione allegata al bilancio 2019 – il primo in utile dal 2012-13 – certifica che il modello funziona benissimo:
“La politica aziendale della società, da sempre perseguita, incentrata sulla ricerca e la valorizzazione di giovani calciatori sta continuando a dare risultati molto positivi anche in un contesto di mercato sempre più competitivo. L’esperienza acquisita e consolidata nel tempo, il cosiddetto “Modello Udinese”, nella ricerca di giovani e promettenti calciatori si conferma come elemento distintivo della società nel panorama del calcio professionistico”.