Gattuso: “Non vedo una squadra scazzata. Si sono consegnati a me”
Il tecnico del Napoli in conferenza stampa: "Ho trovato una grande disponibilità. C'è sicuramente qualcuno a cui starò sulle scatole, ma è importante la professionalità e il senso di appartenenza in campo"

Alla vigilia della partita contro il Sassuolo, la sua seconda sulla panchina del Napoli, Rino Gattuso ha parlato in conferenza stampa.
In questa settimana è passata la paura dagli occhi dei giocatori?
La squadra si è consegnata a me e al mio staff. Ho trovato una grande disponibilità. Abbiamo lavorato forte, ho visto una squadra che sta facendo tutto quello che stiamo chiedendo, abbiamo cambiato qualcosa, cerchiamo qualcosa di diverso. Questa squadra deve tornare a fare le cose che ha fatto per tanto tempo. Per un anno e mezzo ha giocato in modo totalmente diverso. Ringrazio la squadra per la disponibilità che mi hanno dato. Non è facile quando sei abituato da anni a vincere e a stare lassù. Da due mesi non riescono, può subentrare la paura. Dobbiamo continuare sulla nostra strada perché abbiamo tutto per uscirne. Nello sport l’ultima spiaggia non esiste, dobbiamo pensare a partita dopo partita e stare sul pezzo per recuperare i nostri giocatori mentalmente. Le prestazioni contro il Liverpool e il Salisburgo sono di poco tempo fa. La squadra deve riuscire a liberarsi e giocare con un modulo e uno stile diverso ma ricominciare a divertirsi.
Cosa si aspetta domani?
Giochiamo con una squadra forte, con giocatori giovani e di talento, un allenatore che fa giocare bene. Voglio vedere organizzazione, equilibrio e niente panico. Una squadra che sappia soffrire e tenere il campo.
Stiamo per entrare sul mercato, fanno notizia i rinnovi. Si sta relazionando con la società su questi temi?
La mattina entro alle 8.30 e me ne vado la sera, la priorità è il campo. Allenare i giocatori che ho a disposizione e farli stare sul pezzo, parlare e ascoltare cosa dicono. Dopo avremo 6 giorni di riposo, poi incontreremo il presidente e il direttore e parleremo di ciò di cui dobbiamo. La società deve fare poco. I giocatori ci sono, forti, spero che firmeranno i rinnovi perché più forti di questi ce ne sono pochi.
L’aspetto più clamoroso della squadra è che ha paura. Può diventare anche la sua?
Non ho paura, mi devo far vedere duro adesso. Devo dare tranquillità alla mia squadra. L’ultima vittoria a Reggio Emilia è nel 2014, la storia non ci aiuta, ma si può cambiare. Non dobbiamo pensare alla paura ma a pensare a quello che stiamo provando, credere a cosa si fa e tornare ad essere più liberi. Non dobbiamo guardare e pensare alla classifica.
Hai detto che stai lavorando su qualcosa di diverso, cosa dobbiamo aspettarci?
Il 4-3-3 sicuramente, palleggiare dal basso, riuscire a giocare e creare superiorità numerica, soffrire e mantenere bene il campo. Una squadra che non ha paura. Ci deve essere organizzazione, sapere come muoverci, andare a prendere gli avversari.
Per vertice basso, Fabian può fare quel ruolo?
Può fare questo ruolo con le sue caratteristiche. Se pensiamo di vedere un giocatore veemente che appena perde palla va ad attaccare no, è più di palleggio e dà ordine.
Lei ha un entusiasmo enorme
Voglio fare bene. Questo è un grande club con persone squisite che si sono messe a disposizione con me e il mio staff, giocatori fortissimi.
Tra questi fortissimi c’è Milik?
Sono pazzo di tutti i miei giocatori, in questo momento dobbiamo ripartire dall’abbraccio tra Insigne e De Laurentiis. E’ una squadra che ha dato tanto ai tifosi e alla città. Ai ragazzi va fatta sentire la vicinanza. Vengono un po’ bersagliati ma invece di sentire i fischi devono sentire l’affetto. Ora la palla scotta per loro. Milik mi piace, è un attaccante che legge bene il gioco, tecnicamente è completo, ha avuto sfortuna, ma ha grande qualità. Come lui tanti altri, Insigne, Callejon, Mertens, tutti i nostri offensivi.
L’abbiamo vista giocare e scherzare con i suoi calciatori. Gli ha preso la testa
Magari, sono bravi a nasconderlo, c’è sicuramente qualcuno a cui starò sulle scatole, fa parte del gioco, quando si entra sul rettangolo di gioco quella è la cosa più importante. Ci vuole una grande professionalità e senso di appartenenza. Grandissima voglia. Quella è la componente più importante. Fuori dal campo – sono stato giocatore anche io – può succedere che qualcuno sbagli, ma in campo difficilmente glielo faccio passare.
Nella gestione precedente c’era alternanza dei portieri. Lei cosa farà?
Vediamo. In quest momento ho bisogno di dare continuità e continuare da dove siamo partiti, non perché Ospina non mi dia certezze. Sa tenere bene la porta, sa fare bene il suo mestiere. Valutiamo.
Ha parlato di equilibrio, è stato il grande problema del passato. Come pensa di risolvere?
E’ un problema di conoscenza di quello che proponiamo e di metterlo in pratica. Dobbiamo lavorare su concetti, capirli e memorizzarli il prima possibile. Non si può fare tutto in 10 giorni ma abbiamo cominciato a lavorarci, negli ultimi 5 o 6 giorni ho visto qualcosa di diverso. Bisogna continuare. Passiamo anche dai risultati, devono essere positivi sennò diventa difficile. Abbiamo bisogno di tempo e poi migliorare giorno dopo giorno
Si aspettava di dover fare anche lo psicologo?
Anche se non c’erano questi problemi io avrei dovuto lavorare sulla testa dei miei giocatori. Sicuramente c’è stato un problema, non ci nascondiamo, ma ci sarà il tempo per risolverlo. Alla fine i risultati aiuteranno anche a risolvere le problematiche che ci sono state. Io non regalo nulla a nessuno, ma non vedo una squadra lenta, scazzata, che mi guarda con occhi storti. Il primo giorno ho sentito parlare della problematica dai miei giocatori, dopo no. Ora abbiamo problemi più gravi, le mancate vittorie, la necessità di migliorare dal punto di vista mentale e fisico, loro lo sanno, dopo verrà il resto. Speriamo di fare qualche prestazione importante, poi ci siederemo e proveremo a risolvere qualcosa attorno a un tavolo. Penso che la società la pensi come me. Ora la priorità è il campo.
In che modo ha trovato la squadra dal punto di vista fisico? Ha messo in atto una nuova tipologia di allenamenti. E Lozano?
Lozano ha fatto tanti gol, lo vedo più come attaccante esterno che prima punta. Per quanto riguarda le doppie sedute, non è vero. Mi piace lavorare su una singola seduta. Con tutto il rispetto per Carlo so come lavorano lui e lo staff, il mio metodo è diverso mi piace l’alta intensità. Penso che alla fine devo allenare la squadra come voglio vederla giocare quando scendiamo in campo. Questo è il metodo. Più di un’ora e venti non puoi chiedere ad alta intensità. La squadra ha avuto rigetto per metodo e lavoro diverso. Qualcosa a livello muscolare si avverte sempre. Penso che dobbiamo migliorare sicuramente, ma non perché stavano male fisicamente, ma perché voglio che facciano cose diverse da prima.