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Rizzoli: “Con il Var sono stati commessi sei errori. Tre dovevamo evitarli”

Il designatore degli arbitri intervistato da Sky Sport: “Ad oggi gli interventi del Var sono stati 33, quasi uno ogni due partite. 1,3% di errori sul totale delle decisioni

Rizzoli: “Con il Var sono stati commessi sei errori. Tre dovevamo evitarli”

Sky Sport ha intervistato Nicola Rizzoli, designatore degli arbitri della Serie A. L’intervista ha riguardato diversi temi, tra cui, in particolare, quello del Var in questo primo spezzone di campionato.

“Ad oggi gli interventi sono stati 33, quasi uno ogni due partite, che è molto in confronto alle statistiche della passata stagione. Nonostante l’utilizzo del Var, quest’anno sono stati commessi sei errori, che sono molti, anche se siamo comunque all’1,3% di errori sul totale delle decisioni prese. Ma, soprattutto, tre di questi sei dovevamo evitarli”.

Il supporto della tecnologia è soprattutto valido per decretare il fuorigioco. Su questo è quasi perfetta.

Rizzoli ha spiegato anche perché ci sono state delle sviste:

“Il Var non cancella gli errori al 100% perché c’è sempre il fattore umano, ma anche la tecnologia può avere dei problemi, come successo a Genova con due telecamere che sono rimaste escluse dal check su un rigore. Di conseguenza, non ha permesso un controllo perfetto. Può capitare”.

Sulla possibilità che in futuro possano sparire gli assistenti:

“I guardalinee serviranno sempre come impatto, l’arbitro da solo ha meno possibilità di controllo. Magari, gli assistenti, come sono chiamati oggi, collaboreranno molto di più su situazioni tecniche in campo e, magari, saranno un po’ più liberi sulle valutazioni delle posizioni di fuorigioco”.

Sulla possibilità che ci sia, prima o poi, in Serie A, un arbitro donna:

“Quando se lo meriterà. È una questione di meritocrazia, non è una questione solo di uomo o donna. Il calcio femminile è cresciuto tantissimo e la capacità anche tecnica e arbitrale femminile è cresciuta tantissimo. Ho visto ragazze arbitro in Uefa allenarsi con gli arbitri e avere prestazioni uguali, se non migliori, degli uomini”.

Cosa devono fare gli arbitri di fronte ad episodi di razzismo?

“Credo non sia solo l‘arbitro a poter e dover far qualcosa, un po’ tutti dobbiamo fare qualcosa. Prima di tutto, lavorare insieme ai giocatori; un giocatore che si sente vittima di cori o di discriminazioni, deve avere come punto di riferimento l’arbitro, andare immediatamente da lui, parlare con lui, perché sarà il primo che potrà aiutarlo, che potrà fare qualcosa”.

In questo caso, continua Rizzoli,

“se l’arbitro, la terna o gli altri organismi presenti si rendono conto che ci sono in atto situazioni come queste, fermeranno immediatamente il gioco, faranno un annuncio pubblico a gioco fermo e non più mentre è in svolgimento. Poi, non si ricomincia finché i cori non sono terminati e se il fenomeno si ripete ci si ferma di nuovo, l’arbitro chiamerà tutti a centrocampo, verrà fatta richiesta di un altro annuncio e a quel punto la palla passerà al responsabile dell’ordine pubblico, che può decidere se riprendere o sospendere definitivamente”.

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