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Pompei svela un altro capolavoro: l’affresco dei gladiatori

Un nuovo tesoro rinvenuto nella Regio V. Ritrae due gladiatori al termine di un combattimento. Uno di essi vive, l’altro soccombe

Pompei svela un altro capolavoro: l’affresco dei gladiatori

La Regio V di Pompei, una vera e propria miniera di capolavori, ne ha svelato ancora un altro. Si tratta di un affresco che ritrae due gladiatori al termine di un combattimento. Uno di essi vive, l’altro soccombe.

Repubblica Napoli, oggi, racconta l’incredibile scoperta.

Una scena ancora nitida, chiarissima. L’uomo sulla destra, piegato sulle ginocchia sembra alzare il
braccio destro come per chiedere pietà.

L’affresco dei gladiatori è tornato alla luce durante le operazioni di messa in sicurezza e rimodulazione dei fronti di scavo previste dal “Grande Progetto Pompei”, finanziato per 105 milioni dalla Comunità europea.

Non è la prima volta che la Regio V svela capolavori. A novembre scorso è stata la volta del dipinto di Leda e il cigno, poi la raffigurazione di Narciso.

Il dipinto dei gladiatori è stato rinvenuto nel sottoscala di un probabile thermopolium (una locanda dove si servivano pasti caldi), ai piedi di un pendio tra il vicolo dei Balconi e quello delle Nozze d’Argento, un posto di non facile accesso.

La scena, scrive il quotidiano, rinchiusa in una cornice trapezoidale a fascia rossa (alta un metro e 12 centimetri e larga un metro mezzo) raffigura il combattimento tra un “Mirmillone” (il gladiatore a sinistra) e un “Trace” (quello a destra). Due tipologie di lottatori con armature differenti.

“Il primo, vincitore del duello, appartiene alla categoria degli “Scutati”: ha il torace scoperto, ma impugna uno scudo rettangolare con la mano sinistra e l’arma, un “gladium” (spada corta romana) con la destra. Il secondo, in posizione soccombente, rientra invece nella classe dei “Parmulari”. Ha perso il suo scudo e, come l’avversario, ha un elmo (“galea”), a tesa larga, sormontato da un alto cimiero”.

Ciò che colpisce, dichiara il direttore del Parco Archeologico, Massimo Osanna, è

“la rappresentazione realistica delle ferite nei due guerrieri. Come quella al polso e al petto del soccombente, che lascia fuoriuscire il sangue e bagna i gambali”.

Il gesto del gladiatore di destra, che alza la mano forse per implorare salvezza,

“è il gesto di ad locutia, abitualmente fatto dall’imperatore o dal generale per concedere la grazia”.

 

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