Per l’ex arbitro, chi entra in quel modo non può stupirsi di vedersi fischiato il fallo. Quindi oggi si assegna un rigore sulle percentuali di rischio? Per lui il rigor per il Lecce non c’è
Riportiamo le indicazioni dell’ex arbitro Marelli a proposito dei due rigori assegnati ieri in Lecce-Juve. Diciamo due cose: avremmo vinto la nostra scommessa sul suo giudizio (ma questo è irrilevante). Quel che è rilevante, invece, è il suo giudizio sul primo rigore. Per lui, è rigore, per lui non ha alcun rilievo che Petriccione tocchi il pallone. Soprattutto, per lui chi entra così, non può poi meravigliarsi che gli venga fischiato fallo. Ci chiediamo: che vuol dire? Fatichiamo a riconoscerci in questo ragionamento: o è fallo o non è fallo? Non è che si assegna un rigore sulle percentuali di rischio. Vediamo ancora oggi tanti interventi rischiosi in area di rigore, che però si risolvono in interventi puliti.
Ed è questo il punto. Nel calcio che abbiamo visto noi – non fino a tempo fa – quella di Petriccione è un’entrata normalissima. Non è nemmeno un’entrata, è una scivolata nel tentativo – peraltro riuscito – di respingere o deviare il tiro di Pjanic. Se è fallo, la domanda è: allora nel calcio non si può entrare più in scivolata? Perché non c’è piede a martello, non c’è alcuna volontà di far male allo juventino che infatti non si fa niente e appena capisce che l’arbitro ha fischiato il fallo, termina anche l’abbozzo di sceneggiata che stava inscenando.
Questo comunque lo scritto di Marelli:
Al 47esimo minuto un episodio piuttosto complesso da decifrare sia sul piano tecnico che dal punto di vista del protocollo.
Sia chiaro: per quanto riguarda il piano tecnico è incomprensibile l’entrata di Petriccione, per il quale non ha alcun rilievo il fatto che (probabilmente) tocchi anche il pallone:
Un calciatore che si lancia verso un avversario in questo modo, non può poi stupirsi se l’arbitro dovesse fischiare un calcio di punizione o di rigore:
Buttarsi a “peso morto” verso l’avversario non è una buona idea: in campo non è difficile che un contatto possa essere fischiato e, in casi come questo, il rischio di calcio di rigore è altissimo.
Più complesso comprendere quanto accaduto subito dopo. Valeri fischia il giusto fallo contro il calciatore del Lecce ed assegna un calcio di punizione dal limite. E’ vero che la supposizione è praticamente perfetta (quasi sulla linea dell’area di rigore) ma in queste dinamiche è molto difficile interpretare alla perfezione il punto del contatto.
Pochi secondi dopo Pasqua richiama Valeri al VAR per la “on field review“.
E la domanda sorge spontanea: perché?
In queste circostanze il ricorso alla “on field review” non ha alcun senso: Valeri ha visto il contatto, lo ha giudicato irregolare, lo ha sanzionato. Se, come nel caso in oggetto, l’arbitro ha sbagliato ad indicare il punto di contatto, il VAR deve semplicemente comunicare al direttore di gara di modificare la decisione da calcio di punizione diretto a calcio di rigore: non si tratta di una valutazione ma di una semplice rilevazione. “On field review”, in conclusione, del tutto fuori luogo. A meno che Pasqua non abbia richiamato Valeri per valutare la sussistenza del fallo, ciò che non era nei suoi limiti interpretativi trattandosi di una valutazione soggettiva dell’arbitro (anche se, oggettivamente, il contatto c’è ma anche lasciar proseguire era un’opzione valida).
La scrivo “fino in fondo”: se Valeri si fosse accorto subito che il contatto era avvenuto in area, dubito fortemente che avrebbe fischiato…
Al 54esimo minuto il Lecce pareggia su calcio di rigore, assegnato da Valeri per un fallo di mano di De Ligt:
Buona la linea di visione di Valeri che, al momento del contatto, non è coperto da alcun calciatore. Certamente la prospettiva è abbastanza schiacciata ma il tocco di mano lo vede bene.
Meno facile sostenere questa decisione:
Il particolare decisivo di questo episodio è chiaramente indicato nella prima immagine: a due metri scarsi da De Ligt il capitano del Lecce Lucioni devia chiaramente il pallone con la coscia, il pallone stesso cambia traiettoria e schizza verso il braccio del difensore della Juventus:
Forse il braccio è un po’ largo ma la deviazione da pochi passi di Lucioni assume valore fondamentale per poter giudicare come punibile il tocco di De Ligt.
A mio parere il rigore non è certo inesistente ma nemmeno solare. Ho serissimi dubbi che Valeri abbia visto la deviazione di Lucioni e dubito altrettanto fortemente che avrebbe assegnato il rigore se se ne fosse accorto. Per quanto mi riguarda è un rigore che non avrei assegnato ma sul quale il VAR nulla può: interpretativamente si può pensare alla non punibilità ma non si tratta di un chiaro ed evidente errore.