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Libero: la Nazionale diventa un club, la Figc un’azienda, la squadra un brand

E’ iniziata con la scelta del ct Mancini, poi la terza maglia e gli sponsor. Ora l’obiettivo è raddoppiare il fatturato. Si pensa a Vialli come capodelegazione e Euro 2020

Libero: la Nazionale diventa un club, la Figc un’azienda, la squadra un brand

Il fatto che la Nazionale italiana abbia introdotto per prima la terza maglia – la verde tanto discussa – è segno importante, scrive Claudio Savelli su Libero.

Dimostra che la Figc ha un obiettivo a lungo termine:

“trasformare la nazionale in un club, la federazione in un’azienda, la squadra in un brand”

Sono diversi i livelli su cui sta lavorando l’Italia per compiere la metamorfosi. E’ iniziato tutto con la scelta del ct Mancini

“che fin da subito ha puntato su una squadra tecnica e su un gioco di palleggio, in netto contrasto con le tradizioni italiane. La nazionale è ora riconoscibile, quando la vedi sai cosa aspettarti e sai che giocherà in quel modo elegante: così l’immagine è coerente con quella dell’Italia come riferimento nella moda e lo è anche con quella evocata dallo stesso Mancini, sempre attento allo stile”.

Nello stesso ordine di idee va letta l’idea di Gravina di coinvolgere Gianluca Vialli come capodelegazione a Euro 2020. Vialli, oltre ad essere amico del Mancio, è anche un’icona.

E poi c’è la questione sponsor.

“si vocifera di un ingresso di altri quattro partner commerciali nei prossimi mesi, dopo che altrettanti sono entrati nella scuderia. Un’ottima notizia considerando che circa un terzo del fatturato della Figc deriva dalle sponsorizzazioni”.

La svolta della Federazione è dettata dall’ambizione, certo, ma anche dalla necessità di tamponare il
buco lasciato dal Coni, che ha tagliato i contributi: lo scorso anno sono entrati 36,4 milioni di euro, dieci anni fa erano 81.

Nel triennio 2015-18 il fatturato della Figc si è stabilizzato sui 160 milioni annui, meno della metà di quello inglese, che è di 350 milioni, favorito dalla gestione dei diritti tv della Fa Cup e delle gare della nazionale maggiore.

Con questi soldi la Federazione deve pagare tutti gli staff, finanziare la gestione delle squadre nazionali, mantenere gli impianti e stipendiare gli arbitri. L’obiettivo per il periodo 2019-2022 è di aumentare il fatturato, puntando al raddoppio. E non sembra essere un’utopia.

“lo spazio di manovra si è allargato, innanzitutto perché la Federcalcio ha infatti risolto l’accordo con Infront – l’advisor che gestiva per suo conto gli accordi con gli sponsor – optando per una gestione diretta e autonoma. E secondo perché la Figc conosce meglio di chiunque altro il lavoro svolto sull’Italia, prima quasi del tutto assente. Trasformare la nazionale in un club non significa renderla esclusiva: rimarrà di tutti gli italiani, ma potrà migliorare a prescindere dal loro sostegno”

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