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Insigne è il simbolo glocal del Napoli

Capro espiatorio quando le cose non vanno bene, si trasforma in Lorenzo il Magnifico quando inventa gol e gioco nella trequarti avversaria

Insigne è il simbolo glocal del Napoli

Insigne tutta la vita. Chi c’è meglio di Lorenzo da Frattamaggiore? Vede la porta, cambia campo con assist che sanno di Pinturicchio, rincorre l’avversario, ha carattere, qualche volta un brutto carattere, non teme di far gol al Bernabeu, ci mette la sfrontatezza dello scugnizzo in trasferta, titolarissimo nella nazionale di Mancini 4-3-3, capitano controverso del Napoli col 4-4-2. 

Tra gli attaccanti italiani è il più talentuoso

Capro espiatorio quando le cose non vanno bene, detto Lorenzo il Magnifico quando inventa gol e gioco nella trequarti avversaria. A prescindere dalla mattonella, su cui gli piace esibirsi e che rappresenta il suo vero limite, potrebbe ambire a un trofeo Totti se esistesse, simbolo glocal tra Cina e Trastevere o, se si vuole, tra Cina e Frattamaggiore. Somiglianze solo apparenti. Perché l’uno, Lorenzo, gode di una simpatia cognitiva (contano gol e assist per essere acclamato o fischiato), l’altro, Francesco, dice ciao al suo pubblico, forte di un consenso emotivo (comunque vada e comunque giochi sei uno dei nostri). In sintesi, il Pupone può sbagliare, Lorenzo no.

Tempi duri per gli scontrosi

E Lorenzo lo è. Come, dove e i minuti da giocare la sua fissa, al punto da essere lasciato in tribuna per “motivi tecnici”. È anche uno, però, che a torto o ragione, mostra carattere e sa anche scherzare sull’argomento col suo blasonato allenatore. I feroci dissensi al vertice, a detta dei protagonisti, sono una bufala. Vedremo, però, dalle prossime sette partite quanto sia serena o difficile la vita in casa Napoli. Il binomio Carlo-Aurelio pare che funzioni. Fa progetti prepara contratti, discute di obiettivi stagionali, a dispetto di tutte le “ciucciuettole” ansiose di portare brutte notizie.

La lepre è ancora la Juve

Queste sono le tipiche situazioni in cui c’è bisogno di un “patto di spogliatoio”, come nella stagione dei 91 punti. Sono i giocatori alla fine che devono dare del ‘tu’ alla classifica in campionato, in Champions e in Coppa Italia. La lepre è ancora una volta la Juve. Non si capisce, però, perché i pochi punti di distacco siano vissuti in casa interista come se si fosse vinto un terno al Lotto e in casa Napoli con la paura che fa novanta.

Insigne, se sta bene, è irrinunciabile, col suo amatissimo 4-3-3 di default, ma è chiaro che, se serve giocare con altri moduli, Lorenzo deve fare il “Magnifico” anche in questi casi. Forse El Shaarawy, Kean, Peresic, Pellegrini o il campionissimo ma incostante Dybala sono tutti più bravi e continui di lui? Vallo a pescare uno dotato di fantasia, tecnica e conoscenze tattiche come Lorenzo.

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