Il club ha sempre guardato lontano e giocato di anticipo accaparrandosi giovani campioni. E oggi Meret, Elmas, Gaetano e gli altri garantiscono il ricambio generazionale
Avere un progetto vuol dire essere capaci di guardare in lontananza e di giocare di anticipo arrivando prima degli altri. In questo senso, scrive il Corriere dello Sport, il Progetto del Napoli va avanti dal 2004, da quando cioè è arrivato De Laurentiis.
La società ha la sua filosofia aziendale per cui il passo deve essere sempre proporzionato alla gamba. Nel tempo ha portato a Napoli, in ordine cronologico, Lavezzi, Hamsik, Cavani, Koulibaly, Ghoulam, Jorginho, Zielinski, Milik, e ora Elmas e Meret.
“E’ un’onda lunga, chiaramente verde, che in tre lustri ha riempito (il) Napoli d’un talento universale, inseguito da rabdomanti capaci di afferrare le sorgenti sparpagliate tra il Vecchio Continente e il Sud America per una Babele piena d’estro”.
I nuovi acquisti del Napoli hanno la qualità necessaria per il ricambio generazionale.
Elmas, 20 anni un mese fa,
“è già una dolcissima ossessione, con i suoi slanci, i suoi guizzi, quella faccia tosta che lo trascina persino nelle veroniche e nei doppi passi, sfrontatamente esibiti, quando può”.
I 16 milioni che è costato sono benedetti, perché ha classe, esuberanza atletica e padronanza dei ruoli, cose che lo rendono giocatore universale.
Gaetano è un Millennium. Ancora non è sceso in campo, con il Napoli, ma prima o poi toccherà anche a lui. Può giocare regista, interno o trequartista. Si adatta perfettamente al metodo Ancelotti, che non è incline agli specialisti.
Luperto è il più grande, con i suoi 23 anni. All’esordio in Champions ha messo la faccia, il fisico
“e pure quella sana incoscienza che aiuta a sopportare la tensione di un debutto e può indirizzare più serenamente verso Ferrara”.
Ma la meglio gioventù del Napoli comprende anche Milik, Zielinski e Fabian Ruiz, che a soli 23 anni ha un “palleggio principesco che cattura gli sguardi”.