Gli ex giocatori dell’Arezzo: «Sarri era più difensivista, Conte feroce dal primo giorno»

Crosetti, su Repubblica, sente i calciatori che nel 2006-2007 ebbero i due in panchina: «Di Sarri ricordiamo la superstizione, il sale in campo»

sarri alla lazio

«Sarri era più difensivista, Conte feroce dal primo giorno». Maurizio Crosetti comincia il racconto della super sfida tra Inter e Juve raccontando i due protagonisti più attesi, Conte e Sarri con le testimonianze di alcuni calciatori dell’anno (2006-2007) in cui i due si palleggiarono, senza successo, la panchina dell’Arezzo.

Le parole di Daniele Croce

«Antonio arrivò ad Arezzo senza nessuna esperienza, ma bisogna pur cominciare. Non aveva ancora un’idea chiara di calcio, cambiava spesso, quando poi tornò era già diverso, più sicuro di sé. Però la ferocia c’era tutta dal primo giorno. Anche Sarri era differente rispetto a oggi, più difensivista, il palleggio lo interessava poco anche perché non aveva i giocatori giusti, eravamo in B, eravamo gente di categoria»

Rey Volpato, scuola Juventus,

«Conte in allenamento ci faceva ripetere ogni gesto a mille all’ora, “così in partita non sarete presi sul ritmo”, ci diceva. Sarri invece era già un maniaco nello studio degli avversari, ce li faceva imparare a memoria uno per uno»

E i riti di Sarri

«Ricordo anche le sue manie, era già uno scaramantico da non credere, e poi la storia delle scarpette nere. Il nero è il suo colore da ogni punto di vista. Detestava le scarpe colorate, ma io e Floro Flores avevamo un contratto con lo sponsor tecnico e dovevamo indossarle però lui niente, ce le faceva colorare di nero con lo spray, “altrimenti non giocate”, diceva. E poi il sale sparso in campo, le linee bianche che non doveva mai oltrepassare prima di andare a sedersi in panchina, cose così».

E infine Antonio Floro Flores

«Antonio arrivò ad Arezzo che aveva appena smesso e ancora ragionava come un calciatore, si voleva imporre, tirava sempre fuori Zidane e Trezeguet ma noi che c’entravamo, lo seguivamo poco. Il giocatore di B non è un fuoriclasse e a volte si spaventa. Però almeno Conte era sincero»

Correlate