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Diario dello smarrimento, primo titolo della collana “Margini” diretta da Filippo La Porta

Il volume sarà presentato a Napoli oggi alle ore 18.30 alla libreria ‘Mooks’ Mondadori di Piazza Vanvitelli

Diario dello smarrimento, primo titolo della collana “Margini” diretta da Filippo La Porta

È inutile nascondercelo, viviamo in un tempo letterario che preferisce l’intrattenimento, alla riflessione, e dove il genere letterario preferito – il thriller, con le sue varie declinazioni – pur quanto fatto bene, non aiuta a capire molto il tempo presente.

È proprio il “tempo presente”, invece, quello che lo scrittore lucano, di stanza a Roma, Andrea Di Consoli scandaglia con il suo ultimo testo: il fondamentale “Diario dello smarrimento (pagg.176, euro 15; Inschcibboleth)”, primo titolo della collana “Margini” diretta da Filippo La Porta.

Il volume sarà presentato a Napoli oggi alle ore 18.30 – alla libreria ‘Mooks’ Mondadori – Piazza Vanvitelli – da Giuseppe Petrarca, Pietro Treccagnoli, Angelo Petrella ed Aldo Putignano.

Il libro consta di moltissimi aforismi-pensieri che in uno Zibaldone tentano di mettere il punto sui più svariati temi. Di Consoli dopo varie prove di partenza, ha capito che per comprendere il nostro tempo bisognava partire ex novo per mettere dei punti fermi ed ha scelto con i pensieri-aforismi un genere letterario adatto ad una narrativa filosofica “perché filosofia è tornare a casa”.

I temi? Quelli che affliggono un po’ tutti: la depressione ‘oscura trasparenza’, il dolore della solitudine che è la verità dei nostri tempi. C’è una sua lingua ‘sensuale’ e nessuna accondiscendenza al linguaggio: chi legge pseudo-idiozie Zen non compri questo testo che è insufflato di carne e di calore. L’autore capisce che quella voragine dei nostri tempi che ci nullifica non la si può riempire con i sassolini delle favole, ma bisogna avere il coraggio di guardarsi dentro per ritrovare alterità, benigni sensi di colpa: in una parola, una morale che si contrapponga ad una politica-teatro.

La differenza tra il Nord ed il Sud? Il vero volto di Napoli, città carnale e sensuale? Quale televisione, soprattutto d’estate? A queste ed altre domande Di Consoli non si sottrae, con prove vissute di risposta. Rotonda e Fratta ritornano – perché quella per l’autore è casa -, ma dovunque si trovi ed in quale mood si ritrovi Di Consoli non transige con se stesso ed affidandosi ad un cristocentrismo naturale – nel senso dello ius naturalis – sminuzza il senso dello smarrimento che è in quest’età il vero sentimento che tutti ci accomuna.

Cosa significa essere padri? Perché ricordare Baldini o una poesia di Magrelli? Perché, pur essendo la vita centrale e vincente non basta: ed è la letteratura – nella vita insufficiente a – ridarti come nella canzone della Mannoia, le parole perdute che danno nuovo senso al cammino. Come è cambiato quel ragazzo che venne nel 2000 a conoscere me – poco più grande di lui – in una Villa Fondi assolata a Piano di Sorrento, dove si può vedere il grandangolo delle canzoni del Golfo di Napoli? Non molto: è ancora inquieto, ma ora ha meno paura della morte perché come disse Pasolini ad Enzo Biagi in una famosa intervista televisiva: “ho molto meno tempo”. Invecchiato, ma padre amorevole. Gli auguriamo tanto fuoco e poco pane.

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