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CorSport: il razzismo sconfina dagli stadi e invade anche gli uffici istituzionali

Il giudice sportivo procede con la condizionale per il caso Brescia-Pjanic ma lo stadio è Stato, non terra di nessuno

CorSport: il razzismo sconfina dagli stadi e invade anche gli uffici istituzionali

Il problema del razzismo negli stadi esiste, scrive Marco Evangelisti sul Corriere dello Sport a proposito della chiusura della curva Nord di Brescia per i cori contro Pjanic.

“E non è una spruzzata di imbecillità mimetizzata in un panorama di saggezza”.

Bisogna guardare in faccia il male, non distogliere gli occhi e convincersene una volta per tutte.

“A Brescia hanno misurato l’estensione di un guasto culturale ampio quanto l’Italia. Quanto una bella e ricca parte d’Italia, perlomeno”.

Il 9% degli spettatori di una curva sono un’enormità. Di fronte alla quale, scrive Evangelisti,

“il giudice sportivo ha ritenuto opportuno procedere con la condizionale, perché dai, in fondo è la prima volta. Dimostrando come quel problema culturale del calcio sconfini dagli stadi e invada anche gli uffici istituzionali. Oltre a distrarre gli arbitri, che dovrebbero intervenire sul momento”.

Ma il razzismo può essere circoscritto, anche eliminato. A Torino, con la Juventus che si è ribellata ai ricatti degli ultrà, lo hanno daspato. Anche la Roma ha promesso di bandire dal suo stadio il tifoso colpevole di razzismo verso Juan Jesus.

“Lo stadio è Stato, non terra di nessuno”.

Il club giallorosso ha invitato la Lega Serie A a muoversi e a guardare in faccia la realtà, “per quanto infame”.

Scrive Evangelisti:

“Paul Rogers, che della Roma guida l’area digitale, è stato ancora più chiaro: ha scritto che la lega, intesa come Serie A, per abbattere il razzismo deve prendere posizione tutta insieme, costi quel che costi. Costi anche un novanta per cento di fuoriusciti. Costi anche una trasformazione antropologica del pubblico. Per uno o molti che desistono dalla lotta ci saranno sempre altri disposti a prenderne il posto. In stadi più giocosi, ripuliti dall’avidità, dalla prepotenza, dai cattivi odori, dal razzismo. Sarà il nostro calcio libero”.

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