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Col nuovo governo resisterà la riforma del Coni?

Il Fatto quotidiano scrive che ci sarà battaglia sulla delega allo sport. Se dovesse andare un pd, la riforma di Giorgetti potrebbe arenarsi (per la gioia di Malagò)

Col nuovo governo – Rousseau permettendo – che fine farà la riforma del Coni? Se lo chiede il Fatto quotidiano che oggi torna sul tema, partendo dalla vicenda biglietti omaggio.

Il Fatto ricorda che, appena arrivato a Palazzo Chigi, il leghista Giorgetti aveva preteso la delega allo sport. Ora, senza di lui,  tanto può essere rimesso in discussione.

Il Fatto ricorda che

la riforma ha cambiato l’intero sistema sportivo italiano, col Coni ridimensionato solo alla preparazione olimpica e tutto il resto (dal sociale alla scuola, passando per il finanziamento delle Federazioni) all’esecutivo. Ma ora va portata a regime. Ci sono i decreti attuativi da scrivere per definire le nuove competenze, ma ci sono anche tante resistenze interne, a cui si aggiungono quelle del Cio che è sceso in soccorso dell’amico Malagò

Il giornale diretto da Travaglio scrive:

la strada che prenderà lo sport italiano dipende anche da chi avrà la delega. Pd o M5S? Un ministro vero (difficile) o un sottosegretario (più probabile)? Non è un mistero che il M5S, pur avendo subito l’iperattivismo di Giorgetti, abbia sposato la sua linea. Così come invece sono noti i rapporti privilegiati di buona parte del Pd (in particolare quella renziana) con Malagò, che sarebbe felicissimo di ritrovare un dem a Palazzo Chigi e ha già riallacciato i contatti con i vecchi amici.

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