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Casarin: la Var corregge, ma perché non si riduce l’attesa per decidere sul fuorigioco?

La tecnologia ha scosso il calcio e gli arbitri che, come a Udine e Cagliari, fischiano rigori con precipitazione motivata da tensione verso regole discutibili

Sul Corriere della Sera, Paolo Casarin fa il punto sugli arbitraggi della quarta giornata di campionato.

Orsato è stato bravo a dirigere una gara difficile, scrive, e anche a sospendere il gioco per i cori razzisti contro Dalbert. Anche lui ha dovuto fare ricorso alla Var per il contatto di mano, involontario, di De Roon, che aveva indirizzato il pallone verso Pasalic pronto a segnare.

Qualcosa che è parsa la copia del gol di Pjatek cancellato.

Le nuove regole dell’Ifab, scrive, sono anche utili, ma sembrano dilatare il bisogno della tecnologia, con la conseguenza che si abbatte il valore arbitrale umano.

“Già la sola tecnologia di soccorso, che condivido, ha scosso il calcio e gli arbitri che come è successo a Udine e Cagliari fischiano i rigori, entrambi inesistenti, con precipitazione, motivata questa da tensione verso regole discutibili”.

La Var corregge, scrive Casarin, ma l’attesa per decidere sul fuorigioco di centimetri è eccessiva. Perché non viene ridotta?

“È una valutazione solo tecnologica o si basa anche sull’uomo?”

 

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