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Casarin: “Il Var è necessario, gli arbitri lo sanno. Se si sbaglia anche con quello, l’arbitro è confuso o scarso”

L’ex designatore intervistato da Il Fatto Quotidiano: “Il Var è una grande fortuna e solo i burocrati ottusi possono svilire la sua importanza. E poi il potere più è frazionato e più si fanno cose corrette”

Casarin: “Il Var è necessario, gli arbitri lo sanno. Se si sbaglia anche con quello, l’arbitro è confuso o scarso”

Il Fatto Quotidiano intervista Paolo Casarin, ex arbitro internazionale ed ex designatore. Il tema è la discrezionalità arbitrale e l’uso della nuova tecnologia.

“Centocinquant’anni fa, quando le squadre di calcio si accorsero che non bastava più regolarsi con il fair-play, chiamarono uno spettatore, generalmente il più petulante, a fare l’arbitro. E per incoraggiarlo gli dissero: l’importante è che tu stabilisca quando la palla varca la linea bianca e che fermi il gioco ogni volta che accade qualcosa in area. Per tutto il resto decidi in base a ciò che vedi. Così è nata la discrezionalità arbitrale”.

Nella prima giornata di campionato, spiega, si è provato a rendere oggettiva una situazione che non lo è, cioè il fallo di mano. La regola non è cambiata, spiega, si tratta solo di nuove indicazioni,

“tuttavia che regola può essere quella che determina un calcio di rigore senza che vi sia colpa? Fossi un calciatore mi chiederei: se il tocco è involontario o casuale perché devo essere punito?”

E’ un errore azzerare la discrezionalità arbitrale a proposito dell’involontarietà.

“ma mi pare che se ne siano già accorti. Intanto, in due turni di campionato, i rigori assegnati per fallo di mano sono solo tre su otto, ma soprattutto nell’ultima giornata ne è stato concesso uno per fallo di Milinkovic-Savic assolutamente chiaro, mentre ne è stato tolto uno, più che legittimo, al Bologna nonostante il Var. Insomma quello fischiato a Cerri potrebbe essere il prototipo del “non rigore”, una roba da non rivedere più”.

Come è possibile che un arbitro sbagli dopo aver controllato il Var?

“Qui entra in campo la capacità dell’arbitro e, soprattutto, l’accettazione che si è in due a decidere sugli episodi chiave. Il Var è una grande fortuna e solo i burocrati ottusi possono svilire la sua importanza. E poi il potere più è frazionato e più si fanno cose corrette”.

Il Var è visto con positività dalla maggioranza degli arbitri.

“Solo un idiota può pensare il contrario e questo per due ragioni. L’arbitro è l’unico in campo e allo stadio a non poter rivedere l’azione. Quindi l’unico a non sapere se ha preso la decisione giusta o sbagliata. Un’assurdità. E poi essendo aumentato il valore del calcio e non solo in termini economici, tutte le squadre, dalla prima all’ultima, esigono una partita che si possa definire regolare. Per questo il Var è necessario. Se poi si sbaglia anche con quello, allora vuol dire che l’arbitro è confuso o è scarso”.

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