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Le verità di Borriello: «Una scelta del Napoli giocare fuori casa, il San Paolo è pronto»

Ci voleva la polemica con Ancelotti per far ammettere all’assessore comunale che i lavori al San Paolo sono di pertinenza della Regione

Le verità di Borriello: «Una scelta del Napoli giocare fuori casa, il San Paolo è pronto»

Le verità di Ciro Borriello. Potrebbe essere il titolo di un film. L’assessore comunale allo Sport che negli ultimi è diventato protagonista della vita cittadina soprattutto grazie al braccio di ferro col Calcio Napoli per lo stadio San Paolo. È una disputa in cui non ci addentriamo – almeno non qui – alla ricerca delle ragioni dell’uno o dell’altro.

Però vogliamo sottolineare due aspetti che sono emersi grazie al duro comunicato di Carlo Ancelotti sulle condizioni dello stadio San Paolo.

Quando ci fu il sorteggio dei calendari di Serie A, a fine luglio, emerse che il Napoli avrebbe giocato le prime due patite in trasferta. Ovviamente il motivo era legato alle condizioni dello stadio San Paolo. Prontamente intervenne l’assessore Borriello – che fino a ieri ha sempre rivendicato i lavori allo stadio, lavori che in alcun modo sono riconducibili all’amministrazione comunale – e dichiarò che era stata una scelta del club in alcun modo legata alle condizioni dello stadio che venne definito «pronto».

Nessuna necessità, il San Paolo è pronto: la scelta di posticipare la prima di campionato in casa è stata societaria, noi siamo già pronti ad ospitare i match, perché no anche un grande campione.

L’allusione papponista non manca mai. È una caratteristica peculiare dell’amministrazione comunale. La lettera di Ancelotti, così come tutte le repliche (compresa quella di Borriello), hanno invece evidenziato il contrario. Che il San Paolo non era affatto pronto per il 24 agosto – giorno della prima partita del Napoli.

L’altra notizia che emerge dalle parole di ieri dell’assessore Borriello è che adesso anche lui ammette che non è stato il Comune a eseguire i lavori. Ieri, nella risposta ad Ancelotti, ha finalmente detto: «Premetto che l’impegno è della Regione». Ma come? Fino a un minuto prima aveva sempre sostenuto il ruolo del Comune.

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