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La sorella di Diabolik diffida il questore dall’imporre i funerali privati e ricorre al Tar

Il Messaggero rivela la lettera: «Non ci saremo». In arrivo ultras da tutta Europa. “Vogliono la santificazione di Diabolik, in caso contrario si teme il clima d’odio nelle curve d’Italia”

La sorella di Diabolik diffida il questore dall’imporre i funerali privati e ricorre al Tar

Vietati i funerali pubblici

I familiari di Diabolik, Fabrizio Piscitelli, il capo ultras della Lazio nonché personaggio di spicco della criminalità romana ucciso la scorsa settimana con un colpo alla nuca, si schierano contro il questore di Roma che ha vietato i funerali pubblici.

Il Messaggero scrive che ieri sera la sorella di Diabolik, Angela, ha lanciato la sfida al questore Carmine Esposito.

Ha inviato una diffida via pec. Il quotidiano ne re rivela il testo:

Noi tutti le comunichiamo che non intendiamo essere presenti alla non meglio definibile procedura amministrativa da Lei predisposta per martedì 13 agosto (domani, ndr) alle ore 6 che dovrebbe sostituire il funerale cristiano del nostro amato congiunto e nel contempo, qualora Ella non ritenga la possibilità di una auspicabile riflessione in merito, circostanza di cui le saremmo eternamente grati, La diffidiamo in ogni caso dal voler procedere comunque.

Ieri – informa sempre il Messaggero – è comparso uno striscione degli Irriducibili (il gruppo fondato e capeggiato da Diabolik):  “La morte è uguale per tutti… il funerale anche! Salutare Fabrizio è un nostro diritto!» “la cui immagine ha fatto il giro del web raccogliendo ora dopo ora, una sfilza di adesioni”.

Prosegue Il Messaggero: “Il rischio è che migliaia di tifosi, laziali ma anche appartenenti alle tifoserie di mezza Italia e dei club gemellati in Europa (dall’Inghilterra, Polonia, Bulgaria e Spagna) siano pronti a raggiungere la cappella del cimitero di Prima Porta ignorando il diktat della questura”.

Nel frattempo, la famiglia è ricorsa al Tar contro la decisione del questore i vietare i funerali pubblici. Il Tar dovrebbe pronunciarsi in settimana.

Il Messaggero scrive che “se il Questore, in caso di un pronunciamento del Tar a favore, decidesse di dare seguito alla sua ordinanza, disponendo di imperio il funerale privato contro il volere della famiglia e alla successiva cremazione, si potrebbe riaccendere la miccia dell’odio e della violenza sugli spalti dell’Olimpico e di altri stadi italiani alla vicina ripresa del campionato”.

L’obiettivo è la «santificazione» di Diabolik con un funerale in pompa magna, ci sarebbe addirittura il rischio di renderlo «un martire» agli occhi delle tifoserie più violente.

Ci sarebbe anche una trattativa per i funerali pubblici, con determinati paletti: “senza cortei, al seguito del feretro, né camera ardente, soprattutto in via Amulio (sede degli Irriducibili), dove dopo un derby del 2017 venne picchiato un poliziotto e dove, di solito, i daspati seguono le partite”.

Il Messaggero conclude riportando un altro estratto della lettera della sorella di Diabolik:

Le esequie devono avvenire, peraltro in assoluta serenità e compostezza, all’interno di un luogo destinato al culto (come la Basilica di Santa Maria Ausiliatrice). In caso contrario, si renderebbe responsabile di aver leso i nostri più intimi ed elementari valori (…) e Le chiederemmo contezza di questo presso tutte le Sedi competenti.

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