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Plusvalenze. Ecco perché la Juve vuole vendere Dybala e l’Inter mira a piazzare Icardi

La cessione di Dybala porterebbe il rapporto tra monte salari e ricavi attesi della Juve nella finestra virtuosa tra il 50 e il 70%. Impatto importante sul bilancio anche l’eventuale vendita di Icardi

Plusvalenze. Ecco perché la Juve vuole vendere Dybala e l’Inter mira a piazzare Icardi

Per valutare la salute finanziaria di un club, scrive Milano Finanza, bisogna guardare il rapporto tra il costo della rosa e i ricavi attesi. Dove per valore della rosa si intende la somma degli stipendi lordi, degli ammortamenti e il costo dei giocatori arrivati in prestito.

Il rapporto deve essere compreso tra il 50 ed il 70%. Se la percentuale sale oltre il 70% bisogna prima vendere. Per realizzare plusvalenze e ridurre i costi del personale.

Ecco perché un club come la Juventus, dopo essersi assicurata de Ligt, sta cercando di vendere Paulo Dybala. Incurante del malcontento scatenatosi tra i tifosi bianconeri.

Secondo le stime di Banca Imi, nell’esercizio 2019/20 la Juve, al netto delle plusvalenze, dovrebbe avere ricavi di circa 500 milioni. In crescita rispetto ai 460 milioni circa stimati per il 2018-2019.

Dopo le prime operazioni (compresa la plusvalenza da 28,2 milioni incassata nello scambio Cancelo-Danilo, che ha portato anche un beneficio a bilancio di 12,5 milioni), il costo attuale della rosa bianconera dovrebbe essere sui 414 milioni. Vale a dire attorno al 75% del giro d’affari atteso.

L’eventuale cessione di Dybala potrebbe servire a raggiungere questo risultato, scrive il quotidiano finanziario:

“L’attaccante argentino ha un valore residuo di bilancio di 16,65 milioni e in questo quadro una cessione a un prezzo di 80 milioni (il prezzo che secondo le cronache la Juventus avrebbe chiesto a club come il Tottenham che si erano fatti avanti nei giorni scorsi) comporterebbe una plusvalenza di oltre 63 milioni. A questa si aggiungerebbe il risparmio sull’ingaggio lordo (per 12,9 milioni) e il minore ammortamento a bilancio (per 5,5 milioni). Nei fatti facendo scendere il rapporto tra monte salari e ricavi attesi del club presieduto da Andrea Agnelli nella finestra virtuosa compresa tra il 50 e il 70%”.

Passiamo all’Inter e all’acquisto di Lukaku. Per avere il belga, il club ha pagato 65 milioni al Manchester United (più 13 milioni di bonus). A lui ha offerto uno stipendio di 6 milioni netti per la prima stagione (che saliranno a 8,5 milioni nelle ultime tre delle cinque stagioni del contratto).

Nonostante queste cifre, l’Inter ha ancora un certo margine per operare sul mercato.

Dopo l’operazione Lukaku, infatti, il rapporto tra costi e ricavi attesi è del 57%, grazie anche alla significativa crescita dei ricavi commerciali spinta soprattutto dalla proprietà cinese.

E anche l’Inter ha il suo asso nella manica in tema di plusvalenze. E’ Mauro Icardi.

L’argentino ha un valore residuo sul bilancio di nemmeno 2,5 milioni. Qualora il club dovesse riuscire a venderlo per una cifra significativa, l’operazione avrebbe un impatto importantissimo sul rendiconto 2019/20 del club nerazzurro.

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