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L’educazione civica diventa obbligatoria a scuola ma non esistono gli insegnanti

Sul Fatto Quotidiano. La figura dell’insegnante di educazione civica non esiste. La più vicina è quella del docente di scienze giuridiche. E poi c’è il problema del monte orario obbligatorio

L’educazione civica diventa obbligatoria a scuola ma non esistono gli insegnanti

Da quest’anno, nelle scuole, torna l’ora di educazione civica obbligatoria. La riforma sarà in vigore già a settembre. Ma non ci sono insegnanti in grado di tenere le lezioni. Lo scrive Il Fatto Quotidiano.

Il problema è che non esiste proprio, nell’ordinamento scolastico italiano, la figura dell’insegnante di educazione civica. Quella che vi si avvicina di più è il docente di scienze giuridiche. Non a caso, il testo di legge spiega che spetterà proprio a questa tipologia di insegnanti, ove disponibili, occuparsi dell’educazione civica.

Ebbene, la categoria è presente solo negli istituti tecnici e professionali e nei licei di scienze umane.

Di ruolo ce ne sono 11 mila in tutta Italia. Altri 4 mila circa sono assunti nel cosiddetto “organico dell’au – tonomia”, il “potenziamento” di personale creato dalla Buona scuola di Matteo Renzi per fare attività varie.

Come faranno le scuole che non ne hanno a disposizione? Il provvedimento non lo dice. E neppure prevede nuove assunzioni.

Si procederà, prevedibilmente, arrangiandosi. Alle elementari ogni insegnante si occuperà di un pezzetto della materia e il voto sarà deciso da un coordinatore. Alle superiori toccherà al consiglio di classe individuare il professore più idoneo, che comunque non sarà retribuito per l’incarico aggiuntivo.

I problemi non si fermano agli insegnanti, spiega il quotidiano.

La materia dell’educazione civica deve essere compresa all’interno del monte orario obbligatorio già previsto. Se si fa un’ora in più di educazione civica, si dovrà sottrarre un’ora ad un’altra materia. Anche su questo argomento tutto è rimesso all’autonomia delle scuole.

“Facile immaginare che la disciplina sarà inserita nel pacchetto umanistico e impartita da uno dei suoi docenti, a scapito di italiano o storia e geografia, ma non è possibile escludere soluzioni più fantasiose. Ognuno sarà libero di regolarsi come meglio crede”.

La legge sarebbe dovuta entrare in vigore dal 2020. Invece il ministro Bussetti ha firmato un decreto per far partire subito la riforma, in via di sperimentazione.

Spiega Il Fatto:

“Una vera e propria forzatura, che però ha bisogno di passare dal Consiglio superiore dell’istruzione: il parere è obbligatorio per sperimentazioni nazionali, ma l’organo non è disposto a riunirsi con urgenza per un provvedimento che non piace quasi a nessuno, fra presidi preoccupati e sindacati imbufaliti. Infatti la riunione è convocata per l’11 settembre. Quando la scuola sarà già iniziata in diverse Regioni. Con o senza educazione civica ancora non è chiaro”.

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