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Evenepoel, il ciclismo (e il Belgio) scoprono il nuovo Merckx

A 19 anni corre la sua prima Classica (San Sebastian) e la vince. Era nazionale under 16 di calcio. Ha vinto il Mondiale Juniores tagliando il traguardo a piedi

Evenepoel, il ciclismo (e il Belgio) scoprono il nuovo Merckx

Remco Evenepoel ha vinto ieri la prima grande classica corsa in carriera staccando tutti, a San Sebástian, con 38” di vantaggio su un gruppetto regolato da Van Avermaet. Sul traguardo è scoppiato a piangere. È la quarta vittoria nel suo primo anno da professionista. Ha già vinto i Mondiali a cronometro e in linea. I giornali belgi lo aspettano come il nuovo Merckx. 

Chi è Evenepoel. Figlio di Patrick, corridore professionista con la Collstrop. Giocava a calcio nelle giovanili dell’Anderlecht e poi del PSV Eindhoven perché suo padre non voleva che facesse il corridore. È stato capitano della Nazionale belga under 16. È il primo corridore cui è riuscita l’accoppiata l’oro iridato juniores in linea e a cronometro: a Innsbruck nel 2018. La sua definitiva esplosione arriva nell’anno in cui il Tour è stato vinto da Egan Bernal, 22 anni, il più giovane a imporsi in Francia dal 1909. Il ciclismo è al ricambio generazionale.

Single

Sapendo che Giro, Tour e Vuelta si decidono sulle montagne, prende e se ne va dal Belgio perché «troppo piatto», per andare a vivere a Montecarlo «perché lì sono vicino a montagne lunghe e impegnative». Pare – chissà se sarà davvero questo il motivo – che per inseguire il suo sogno abbia lasciato anche la fidanzata, Omaima Rayane, bellissima ragazza belga di origini marocchine.

Claudio Ghisalberti, Gazzetta

Entusiasmo. “Ma che cos’è questo corridore? Un fenomeno. Un fenomeno. È lo sbocciare di un fiore. Cari giovani, è una fortuna per voi che lo guardate e che restate. Un dono”.

Riccardo Magrini, telecronista Eurosport in diretta

Prudenza. “Evenepoel è un corridore vero ma tutte queste attenzioni non gli fanno bene. Ha 19 anni, se le cose non andassero bene, per lui sarebbe dura. È un corridore diverso da me, un corridore da grandi giri a tappe. Diamogli tempo. Per le Classiche io punto di più su Jasper Philipsen”.

L’ex ciclista belga Tom Boonen, a febbraio

Saggezza. “La cosa più importante è che si diverta e che resti se stesso. Perché se le corse e tutto quello che gli ruota attorno diventano semplicemente un lavoro e un modo per guadagnare soldi, allora soffrirà come all’inferno”.

Il consiglio dello slovacco Peter Sagan, tre volte campione del mondo

Vinse l’Europeo sollevando la bicicletta al traguardo
Nel 2018 vince il Mondiale juniores – sia in linea sia a cronometro – dopo aver vinto l’Europeo con dieci minuti di vantaggio. E lo fa al termine di una corsa memorabile. Cade a settanta chilometri dal traguardo, accumula due minuti di ritardo. Recupera tutti e arriva da solo: frena, scende dalla bici proprio sulla linea del traguardo che di fatto attraversa a piedi e la solleva al cielo. Come Philippe Gilbert al Giro della Fiandre.

Una corsa che Ciro Scognamiglio, sulla Gazzetta dello Sport del 28 settembre 2018, racconta così: “Il fenomeno finisce per terra, non per colpa sua, a una settantina di chilometri dal traguardo. «Una caduta stupida, le gare juniores sono sempre un po’ pazze». La ruota di Evenepoel è distrutta, lui grida. L’ammiraglia è lontana e il meccanico non prontissimo. «Ma non sono stato mai nel panico». Sta fermo due minuti, più o meno il suo ritardo massimo dalla testa, ma in un quarto d’ora torna al suo posto. Ne avrà superati una sessantina, in stile Pantani a Oropa 1999 (aiutato da qualche scia di troppo, notava il c.t. De Candido). A un certo punto, per farsi largo in salita, toglie le mani dal manubrio per far scansare un collega più lento: gesto oltre le righe”.

Il gesto della capra, come Cristiano Ronaldo
“E non sarà l’unico. Evenepoel va al comando con il tedesco Mayrhofer, poi si invola ai meno 14 km. Così si può permettere di festeggiare in largo anticipo: chiama l’esultanza del pubblico con gesti plateali, poi mima con la mano sul mento «la capretta» in stile Cristiano Ronaldo. Capra, “goat” in inglese, che è anche l’acronimo di “più grande di tutti i tempi”. «Mi aveva detto di farlo il mio migliore amico». Ancora: arriva al traguardo e solleva la bici come un gladiatore. «L’avevo fatto anche alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne, primo successo dell’anno, dopo una fuga di 60 km. Volevo chiudere il cerchio». Bacia la bandiera del Belgio, se la mette in bocca, sorride e ammicca come una rockstar. Ah, vale la pena ripeterlo: ha appena 18 anni”.

Come parla Evenepoel

“Non è bello che i giornali belgi vadano a cercare la mia fidanzata a scuola. È troppo. Se in Belgio spunta un bravo ciclista, diventano tutti matti”.

I suoi idoli

“Ogni domenica guardavamo sempre il ciclismo in televisione. Le Fiandre. La Roubaix. Io non ho mai guardato il calcio in tv, sempre il ciclismo. Lo amavo di più. Il corridore che mi piaceva più di tutti era Tom Boonen. Era di un altro livello. Anche Contador mi piaceva, quando vinceva tutti i grandi Giri”.

Le prospettive

“Vado forte a cronometro ma sono un peso leggero. Non credo che farò mai bene sul pavé. Spero di diventare un corridore da classiche e a lungo termine anche da grandi giri. Il mio sogno più grande è vincerne uno”.

La sua giornata

“La vita da professionista è molto diversa da quella che facevo prima. L’anno scorso andavo ancora a scuola ed ero impegnato tutto il giorno. Ora posso organizzare meglio il mio tempo. Mi sveglio, esco un pochino in bici prima di colazione, mangio qualcosa ed esco di nuovo a fare un altro giro. Quando andavo a scuola, la mia giornata alle 4 del pomeriggio era finita. Nella prima parte della stagione ho avuto qualche difficoltà a risistemare le mie abitudini, forse ho commesso qualche errore perché non riposavo abbastanza”.

Il tempo libero

“Ho un sacco di buoni amici intorno a me. Io credo che sia importante non chiudersi in casa quando non corro. Se torno da una gara e ho dei giorni liberi, trovo che sia meglio uscire e fare qualcosa con gli amici. Andare al bowling o cose del genere. Per alleggerire la testa e non pensare sempre al ciclismo. Questa è una cosa che ho dovuto imparare. Ora mi godo di più il tempo libero”.

da Cyclingnews

I paragoni

“Non farò la fine di Costa o Flackemore, tanto vincenti da giovani ma già ritirati. Sono lontanissimo dalla perfezione. I campioni sono quelli come Merckx, Contador, che hanno vinto tanto tra i grandi. Non sono un altro Merckx, ma il nuovo Evenepoel. Certo, ho l’obiettivo di vincere i tre grandi giri”.
Gazzetta dello Sport, 28 settembre 2018

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