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Quel pallonetto di Careca alla Juve che mi costò una cazziata per aver svegliato mio fratello

Il ricordo di Juventus-Napoli 3-5, quando la tripletta del brasiliano regalò al Napoli una vittoria incredibile che quell’anno non fu l’unica

Quel pallonetto di Careca alla Juve che mi costò una cazziata per aver svegliato mio fratello
La tripletta di Careca, al 30', 44' e 58' stende i bianconeri

Un pomeriggio come altri che si trasforma in un ricordo per sempre. Fra l’entusiasmo per il gol e un fratello di pochi mesi che non vuole addormentarsi. Il Napoli è reduce da una stagione in cui il secondo scudetto consecutivo è sfuggito in un finale pieno di polemiche e di addii. La squadra però è forte e il campionato, giunto alla sesta giornata, dice che la magia è ancora intatta. Tutto sembra possibile.

Quella domenica di novembre si gioca, manco a dirlo, a Torino contro la Juventus, sull’erba del Comunale, ovvero quella di ben tre stadi juventini fa. Il primo tempo è una bomba. Il Napoli lo chiude sul tre a zero, roba mai vista, dimostrando una superiorità evidente. La Juve però rientra in campo determinata, tanto che nei primi dieci minuti della ripresa segna due gol, e tutto lascia pensare che la partita (mannaggia alla morte!) sia oramai del tutto riaperta.

Ma ecco che, senza neanche prendere fiato, passati altri tre minuti accade quello che non si dimentica. La Juve riavvia l’azione dalla sua metà campo troppo frettolosamente e il nostro De Napoli intercetta un loro passaggio partendo sulla fascia destra. Corre per una ventina di metri e poi scodella al centro con una sorta di cross corto, molto morbido.

La palla è precisa ma giusto un poco avanzata verso il portiere Tacconi, che infatti accenna l’uscita, confidando forse nel fatto che un controllo di troppo dell’attaccante possa dargli il tempo per intervenire. Solo che quell’attaccante è il mio amore nato ad Araraquara, Antonio. E Antonio controlli “di troppo” non ne fa mai. Anzi. Distende la gamba sinistra verso l’alto, e con la stessa delicatezza di un tennista appoggia in porta al volo, in controtempo, con un pallonetto leggero leggero. Arte. Ovvero tecnica, irripetibilità ed emozione. Careca, che fa tripletta, festeggia e sa di avere segnato un gol importante e difficile, finanche per un grandissimo come lui!

Io ascolto tutto alla radio, sono un ragazzino e sono incredulo. Urlo per la gioia e lo stupore, ma soprattutto sveglio mio fratello che si era appena addormentato dopo tre quarti d’ora di faticose ninne nanne (beccandomi la cazziata).

Finirà 3-5. Una vittoria incredibile. E quell’anno, contro la Juventus, non rimarrà nemmeno l’unica.

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