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Niente tatuati ai Mondiali di rugby in Giappone: un’offesa alla cultura nipponica

Lo racconta Il Giornale. Gli organizzatori invitano a coprirli ma le strutture ricettive pensano di sospendere il bando per la durata della competizione per non perdere guadagni

Niente tatuati ai Mondiali di rugby in Giappone: un’offesa alla cultura nipponica

Il Giappone mette un freno ai tatuaggi degli atleti. Nel paese del Sol Levante sono considerati simboli della mafia locale, la Yakuza, sono ritenuti un’offesa alla cultura nazionale. Non graditi.

Dunque, scrive Il Giornale, i partecipanti al Mondiale di rugby che si terrà in Giappone dal 20 settembre e quelli che saranno alle Olimpiadi dell’estate prossima sono invitati a non averne dipinti sul corpo.

Secondo le regole vigenti nel paese, i tatuati non potranno accedere a piscine, palestre, spa e altri luoghi pubblici. Accesso vietato e bando all’irezumi, termine usato dai giapponesi per quella body art tanto sgradita.

Il numero uno della Rugby World Cup lo ha annunciato già da tempo:

“Non forzeremo nessuno a coprire i tatuaggi, però ci piacerebbe che succedesse come segno di rispetto verso le nostre tradizioni”

Contro questa decisione si è schierato con forza il Japan Times:

“Il bando ai tatuaggi è una ragione storica di cui il Giappone non ha più bisogno”.

Del resto, rimuovere un tatuaggio è un’operazione costosa, che richiede tempo e anche dolore.

Gli organizzatori del Mondiale hanno dovuto perciò pensare a delle soluzioni alternative: coprire i tatuaggi con adesivi momentanei da mettere sulla pelle o con fasciature oppure ricorrere ai rash guard, indumenti di nylon o poliestere che coprono tutto il corpo.

Bisogna capire se si adegueranno tutti i partecipanti, anche se, secondo gli organizzatori,

“tutte le squadre hanno accettato la decisione con serenità, comprendendo fino in fondo le ragioni”.

Il problema potrebbero essere i campioni in carica, gli All Blacks neozelandesi, figli della cultura maori che invece considera i tatuaggi quasi sacri, simboli sì di una cultura nazionale, altro che offesa.

Non sarà semplice dirimere la questione. I Mondiali sono una fonte di guadagno importante. Ecco perché molte strutture ricettive stanno pensando di sospendere il bando ai tatuaggi per la durata della competizione. Alcuni stabilimenti termali vorrebbero aprire le porte ai tatuati in determinate fasce orarie.

“Con buona pace dei propri costumi, come suggeriva l’irriverente Groucho Marx. «Questi sono i miei principi. E se non vi piacciono, beh, ne ho altri»”

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