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Dialogo tra Montalbano e la Memoria (se la memoria ha un futuro)

Montalbano parla tra sé e sé della morte del suo creatore Camilleri

Dialogo tra Montalbano e la Memoria (se la memoria ha un futuro)

(Montilbano, al tilifono con Catarella)

C: “Dutturi, dutturi, vitti la tilivisione? Il Maestro morse”.

Una corona di santioni e di bistime si alzò sponte sua dall’animi di Montalbani; poi quando prese concetto di quello che rialmenti era ‘vvinuto stasi in silenzio non cantatori per un tempi che a Iddo parse infinitu.

(Montalbano, parlando con si stisso)

Montalbano Primo: “Ma quanno more il tuo criatore mori pure tia?”.
Montalbano Secondo: “No, Salvo, in quanto pirsonaggio criato tu non morirai mai finchè altera pirsona non ti riddarrà vite in TV, sul palcoscenica, et in altera loca”.
MP: “Ed il maestro ‘nveci ura che starai facinno?”.
MS: “Stai fumando in santera pace e ridendo de gusto delle nostera apprinsiona da viva”.
MP: “Ma ora tecnicamenta io addivento un pirsonaggio in circa d’autori?”.
MS: “Salvo, non fari il vastaso, il Maistro morse e tu feci ironie”.
MP: “Ma l’ironie non è la chiù longa manifestaziona dell’esseri?”.
MS: “Veru è!”.
MP: “Comunque, oggi non si travaglia ed ora avverto Catarella che non dive passarmi alcuna tilifonata, nianche di quel cornutazzo di Bonetto-Alderiga… Hai ‘vvertito i picciotta?”.
MS: “Sissi, Salvo staino vinendo càa”:
MP: “Ora dovrimmo prigari picca per la sua animi?”.
MS; “Faci chello che voi Salvo: io vurria ricurdarlo”.
MP: “Principo io: te ricordi quanno il Maistri pubblicò il suo primero libbero vincindo quel premio della Rai Iri, e quindi nascimmo noia?”.
MS: “Ne ho priciso ricordo”.
MP: “Me ricordu tutti quelli critica che dicivino che con quella lengua siciliana ‘nventata non saribbi annato oltre Missina”.
MS: “E ‘nveci lo liggono in tutto il munno, e lo vidino nella ficcion nelle tilivisioni mundiali a cavu”.
MP: “Poi i casina principiarono quanno il Maistri vinina ‘nvitato ai talchescioa e diciva chillo chi pinsava sull’attualitate e sulla politiche”.
MS; “Chilli di destrezza lo chiammavano radicalschicche”.
MP: “Ma pure chilli di sinistera dicivano che parlava sulo di maffia”.
MS: “Ma a mia propria chillo Maistri piaciva di chiù: chillo pasoliniana che diciva le res che nel nostro Paisi non annavano”.
MP: “Ora sento Livia, se poti scinnere per il funerali: sicuramenti mi romperà i cabasisi prichia non havi un abito adatto alla cirimonia”.
MS: “Salvo, sempre fimmine suno adorabili e dilicate”.
MP: “Ma ‘ndove si faranno le esequia?”.
MS: “Dicono che la camera rdenti la facino in Rai”.
MP: “All’albo armati de ‘rdente paciencia… “.
MS: “Ma che feci citti i pueti francisi?”.
MP: “Simpre filio de ‘bliofilo sugno”.
MS: “Poi diciono che i funirali vera e propria li fanno dove ci stasi il simulacro di Pirandelli”.
MP: “Ritorna a Girgenti, lì dovve omnia ebbi principio”.
MP (continuanno): “Chissà se si ritrovi ‘ncoppa cu Lionardo, Luigi, Pippino Tummasi e gli altera scrivanu siciliana?”.
MS: “Salvo chillo sicuru: ma saranno come gli spirita di chella poesia de Iezza (William Butler Yeats, nota del ridatturi), dove stanno tutti assiema come tenendosi per mano con gli spirita propria facennone solo unno”.

 

(……….)
‘A finale

 

MP: “ Ma noia eravamo sulo i soia pupa de ‘ntrattenimenta?”.
MS: “Si, ma anche nel tiatro dei pupa si diciono le virità”
Vincenzo Aiello

 

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