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La responsabilità più grande della Pellegrini è che ha sempre scelto da sé

Emanuela Audisio su Repubblica: “Federica è antipatica perché ha osato essere indipendente e fare di testa sua. Cosa che in Italia ancora poche donne si permettono”

Tra pochi giorni compirà 31 anni e da quindici è artefice di grandi imprese, all’insegna dell’indipendenza. E’ il ritratto che fa di Federica Pellegrini, su Repubblica, Emanuela Audisio.

“Quattro titoli mondiali in una sola disciplina, otto finali, otto podi consecutivi, quattro ori, tre argenti e un bronzo, quindici stagioni di grande nuoto, un oro olimpico, cadute e risalite, nuova felicità, e soprattutto maturità”

Una lezione di vita alle millennial. Lei davanti a tutti gli altri. Da ieri campionessa del mondo nei 200 stile libero.

L’immensa Federica non è simpatica a molti. La Audisio spiega perché:

“ha osato essere indipendente. E fare di testa sua. Cosa che in Italia ancora poche donne si permettono. Ha amato colleghi, anche quando non era conveniente, e ha lasciato, anche quando era scomodo”.

Federica ha sempre voluto stare bene, anche fuori dall’acqua. Amori, tradimenti, non le hanno mai fatto perdere la padronanza che ha in piscina.

“Non si scavalcano così tante onde, se non sai darti forza ed equilibrio, anche quando bevi, se non hai un navigator interno che ti guida fino al tocco”.

Perfino gli americani, scrive la Audisio, che con il nuoto vanno a braccetto fin dalla culla, si inchinano di fronte a lei:

“Pellegrini is past master, mistress perhaps, an expert, virtuoso, master, wizard, genius, artist, old hand and so forth of the art of getting her hand top the wall first”.

Federica, soprattutto, ha sempre scelto da sé, scrive la Audisio. “Sedi, allenatori, gare”. E’ stata questa la sua responsabilità più grande.

“Perché quando decidi la rotta non puoi più dare colpe agli altri se vai contro gli scogli. Ha provato, ha sbagliato, ha avuto ansie e panico, ma è sempre ritornata”.

Quando è affondata – due volte – si è rialzata, “perché sono i cavalloni che ti insegnano a tirare fuori la testa, non la calma piatta”.

Federica è cresciuta. La sua non è vanità femminile, ma lavoro. Le piace faticare. La fatto capire a tutti

“che anche in Italia una bambina può crescere in piscina. E diventare una donna che non guarda più alla perfezione, ma alla completezza. Se ha il coraggio di scegliere la sua corsia e di nuotare la sua vita”.

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