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Sofia Goggia sul Corsera: “A Losanna ho assistito a qualcosa di potente, unico, nuovo rispetto allo stereotipo di italianità”

L’atleta esprime tutto il suo entusiasmo per come si è stati capaci di portare avanti la candidatura e di esporre i fatti

Sofia Goggia sul Corsera: “A Losanna ho assistito a qualcosa di potente, unico, nuovo rispetto allo stereotipo di italianità”

Sofia Goggia, una delle campionesse italiane che è stata scelta dal Coni come testimonial per la corsa all’assegnazione dei Giochi Olimpici di Milano-Cortina del 2026, ha scritto una lunga lettera sul Corriere della Sera in cui ha parlato dell’emozione e della responsabilità del suo compito, ma anche della grande sorpresa provata a Losanna.

«Perché a Losanna, in quella sala ovale del Convention Center, ho assistito a qualcosa di nuovo, potente e quasi incredibile per i canoni e per lo stereotipo di italianità a cui forse tutti siamo abituati. Ho avuto la possibilità di ammirare persone competenti, concentrate e altamente preparate, pronte a dare risposte chiare e concise in un impeccabile inglese (il sottosegretario Giorgetti anche in francese!) dinnanzi a qualsiasi eventuale domanda pervenuta dal Cio. Ho assistito a un tanto insolito quanto magnifico sipario tra il sindaco di Milano Sala e il governatore del Veneto Zaia: la sinergia creatasi per il bene e la riuscita del progetto ha prevaricato quelle che attualmente in Italia sembrano barriere insormontabili, ovvero quelle di poter cooperare nonostante le diversità insite nella natura del pensiero politico di ciascuno; mito ampiamente sfatato»

Esprime entusiasmo la Goggia, non per l’assegnazione dei Giochi, ma per come si è stati capaci di portare avanti la candidatura e di esporre i fatti, per come tutto ha funzionato a dovere. Al di là della vittoria per l’assegnazione, ciò che resta fortemente è l’impressione che l’Italia sia finalmente riuscita a dimostrare cos’è e quanto vale

«Un’Italia pronta a «rinascere», un’Italia dove l’esperienza si mischia alla gioventù creando una alchimia perfetta, un’Italia svecchiata, che esce dalla propria chiusura, con una ventata di inaspettata freschezza; un’Italia unita, che sa cooperare e andare nella stessa direzione nonostante le diversità e anzi, proprio grazie a queste ultime, un’Italia ancor più consapevole , proprio perché è pronta ed è capace di sfruttarle — queste sue tanto magnifiche quanto complementari diversità — tramutandole in punti di forza. Questa è l’Italia che ho visto. Questa è l’Italia di cui vado estremamente fiera. Questa è l’Italia che vorrei. Questa è l’Italia che mi piace»

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