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Il Giornale: I signor no del mercato: AdL, Cairo, Lotito e Commisso

Il napoletano vago su James, il granata blinda metà squadra, il laziale non molla e Commisso blocca Chiesa. Il mantra dei quattro presidenti è “pagare moneta, vedere cammello”

Il Giornale: I signor no del mercato: AdL, Cairo, Lotito e Commisso

Sul Giornale i quattro patron del mercato al contrario. I signor no. De Laurentiis, Cairo, Lotito e Commisso.

Quattro presidenti che prima trattano per settimane e poi smontano tutto, “per fregiarsi di bilanci inattaccabili”.

Non si tratta di no di principio. Quando rifiutano c’è sempre un motivo, che sia un bisticcio o un disaccordo.

Come nel caso di De Laurentiis, che al momento, scrive il quotidiano, è impegnato in una partita a scacchi con il Real Madrid per James Rodriguez. Una trattativa che sta per saltare perché manca l’accordo sulla formula. Il Real vuole cedere a titolo definitivo, il Napoli vuole prendere il colombiano in prestito.

De Laurentiis è sbottato perché non capisce il motivo per cui Florentino Perez avrebbe prestato l’attaccante al Bayern – che fattura il triplo del suo club – e al Napoli no. E così il presidente apre a Lozano e a Pépé e a Icardi.

C’è poi il no di Commisso per Chiesa, che la Juve vorrebbe, ma che per la Fiorentina non ha prezzo: resta e basta. Il presidente viola vuole farne un uomo simbolo, dargli la fascia di capitano e costruirgli attorno un gruppo competitivo.

Quando ci si sposta a Torino i no diventano ancora di più. Cairo ne ha detti addirittura nove, scrive Il Giornale, blindando praticamente metà squadra:

“Non faccio nomi, i nostri fanno gola e per nove volte ho dovuto rifiutare. Voglio tenere tutti, per me è come aver preso un top player”.

E poi c’è Lotito. Al presidente della Lazio “devi corrispondere esattamente quanto chiede”.

Solo che, negli ultimi due anni, nessuno ha offerto una cifra che lui abbia considerato ragguardevole per Milinkovic e allora il serbo resta in squadra anche se scontento.

“Pagare moneta, vedere cammello” è il mantra di questi presidenti. Finché non dicono sì. Costi quel che costi”

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