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Gomez, strapagato dalla Roma per non giocare, per uno scambio di persona

La sua storia sul Fatto. Sensi lo acquistò per 6 miliardi di lire nel 1997. Giocò solo 88 minuti e non perse un allenamento (come Icardi). Colpa di una zeta galeotta nel cognome

Gomez, strapagato dalla Roma per non giocare, per uno scambio di persona

Nella consueta rubrica del lunedì sul Fatto Quotidiano, Paolo Ziliani racconta la storia del calciatore spagnolo Cesar Gomez, che nel 1997 fu strapagato dalla Roma per non scendere mai in campo. Una storia che, scrive Ziliani, fa passare in secondo piano quella di Icardi e Nainggolan, pagati a peso d’oro dall’Inter per allenarsi e non giocare.

Quella di Gomez, però, ha un tratto esilarante in più, cioè una lettera galeotta nel cognome, che determinò un imbarazzante scambio di persona.

Nell’estate del 1997, Gomez ha 29 anni. Gioca come difensore centrale nel Tenerife.

Alla Roma è appena arrivato Zeman dalla Lazio. Il nuovo tecnico chiama il suo ex attaccante Casiraghi per chiedergli come si chiamasse quel difensore che a Tenerife non gli aveva fatto toccare palla in una partita di Coppa Uefa che aveva fruttato l’eliminazione ai biancocelesti per 5-3.

“Finiva per zeta”, risponde Casiraghi. E Zeman si convince che deve trattarsi di Gomez. Ringrazia il suo ex attaccante e chiama il ds Perinetti dicendogli di andare ad acquistare quello che immagina essere un campione.

E così Gomez viene acquistato da Sensi per 6 miliardi di lire. Firma un contratto per 4 anni a 1,6 miliardi a stagione.

Lo spagnolo è allibito:

“Avevo sempre sognato di finire in una grande squadra, ma quello che non avevo osato immaginare è l’aspetto economico del contratto”.

Zeman, però, è più allibito di lui.

In campo lo trova diverso da quello che ricordava e allora si ferma a parlarci. Scopre che a Tenerife, in difesa, faceva coppia con un nazionale uruguagio di 6 anni più giovane che si chiamava Pablo Paz.

Ecco, la zeta finale, quella che Casiraghi gli aveva ricordato al telefono. Non era Gomez, ma Paz. Zeman si sente male.

Gomez finì per fare il turista a Roma a 6,4 miliardi di vecchie lire. In tutto giocò 88 minuti: cinque in Roma-Napoli (6-2), un solo minuto in Fiorentina-Roma (0-0) e ottantadue nel derby Roma-Lazio finito 1-3 ma solo perché Zeman si trovò all’improvviso senza Aldair e Petruzzi. Con Gomez in campo la Lazio stravinse in 10 contro 11. Poi il difensore il cui cognome finiva per zeta fu sostituito.

Nei suoi 4 anni alla Roma, Gomez non saltò mai un allenamento, rifiutò qualsiasi ipotesi di cessione e comprò una concessionaria all’Eur. La Roma gli fece causa per provare a liberarsene ma i compagni testimoniarono a suo favore contro Sensi e Capello e ala fine vinse lui.

“Leggenda vuole che un giorno, a fine allenamento, un tifoso lo chiamò e gli disse: “A Cesar, ce l’hai ‘na penna che te faccio ’n autografo?”. Lui non si scompose. E tirò dritto”.

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