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Gli impianti sportivi restaurati per le Universiadi andranno in gestione ai privati

Rappresentano l’eredità più concreta della manifestazione alla città. Il Corriere del Mezzogiorno parla di un piano del Comune per l’affidamento

Gli impianti sportivi restaurati per le Universiadi andranno in gestione ai privati

Sono trentaquattro gli impianti sportivi napoletani rimessi a nuovo per le Universiadi. Che fine faranno?Il Comune vuole affidarne la gestione ai privati, scrive il Corriere del Mezzogiorno, per non vanificare il tutto per la mancanza di manutenzione ordinaria e per l’abbandono in cui, altrimenti, finirebbero.

Perché sono proprio questi impianti l’eredità più concreta che lasceranno le Universiadi alla città.

Il Comune pensa ad un bando per l’affidamento. L’assessore allo Sport Ciro Borriello parla di un progetto articolato che sarà messo in campo a breve e medio termine per l’individuazione dei soggetti giusti.

Alcuni impianti continueranno ad essere gestiti dal Comune. Il Corriere del Mezzogiorno riporta le sue dichiarazioni:

“Altri, come il Palavesuvio e il Paladennerlein, saranno affidati ad associazioni sportive con la supervisione delle singole federazioni sportive. Ogni impianto ha una destinazione ben precisa che vogliamo sia conservata. Indoor e atletica leggera fanno riferimento al Palavesuvio, dove le tre palestre collaterali sono destinate ad arti marziali, pallacanestro e pallavolo. Al complesso Fritz Dennerlein c’è la piscina, ovviamente, e poi intorno gli spazi destinati alla pallavolo e alla pallacanestro”.

Il Palabarbuto resta fuori, scrive il quotidiano, e potrebbe tornare nella spirale del degrado dove era piombato negli ultimi anni.

Ma Borriello la pensa diversamente

«Il Palabarbuto non era messo male, con una delibera era stato messo in condizione di ospitare incontri di A2. La vetustà, lo ammetto, era evidente ed è chiaro che adesso, con la riqualificazione del parquet, dell’impianto luci, degli spogliatoi e con una capienza portata a cinquemila posti è ad un livello superiore. L’impianto sarà al centro di una gestione pubblica, ma è nostra idea entro un paio di anni, di assumere decisioni più incisive e affidare anche le nostre strutture più importanti alla gestione dei privati».

La Scandone, fiore all’occhiello degli impianti della città di Napoli resterà in gestione pubblica, con concessioni annuali a società sportive.

Lo stadio San Paolo sarà interessato da altri interventi: spogliatoi e altre rifiniture. Poi passerà nelle mani del Napoli.

 

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