In città tutti parlano di grande successo ma De Luca e de Magistris non hanno fatto che litigare. Per l’evento il governatore ha rispolverato il piglio di quando era sindaco di Salerno

Sul Corriere della Sera Marco Demarco parla di un “caso Universiadi”.
La manifestazione internazionale inizierà il 3 luglio. Viene già definita un successo in campo internazionale dall’olimpionica Manuela Di Centa. Il canottiere Davide Tizzano parla di stadi e piscine come “bomboniere”. Eppure, scrive Demarco, il quadro delle buone notizie cozza con le immagini istituzionali che arrivano da Napoli, che riprendono il sindaco e il governatore
“imbronciati, seduti composti in prima fila, ma separati da poltrone vuote; che si ignorano ostentatamente. Mai una stretta di mano. Semplicemente, manca la retorica del politicamente corretto”.
De Luca e de Magistris non si comportano come le istituzioni milanesi nel caso delle Olimpiadi. E le proteste, in città, non mancano, soprattutto sul piano traffico.
“De Luca questi giochi li ha voluti anche per lasciare un segno in vista della ricandidatura, e parla di miracolo laico, nonostante il «pulcinellismo» napoletano, cioè la verbosa inconcludenza di de Magistris. Il sindaco gli risponde con sufficienza, anche lui pensa al suo futuro”.
De Luca e de Magistris non hanno fatto altro che litigare di fronte alle telecamere e hanno lasciato che i tecnici e gli assessori costruissero l’evento.
In occasione delle Universiadi, scrive Demarco, il governatore della Regione “ha rispolverato il piglio di quando era sindaco di Salerno”. Nonostante abbia ricevuto il testimone dell’evento con due anni di ritardo e diversi problemi progettuali da risolvere, ha recuperato in fretta il tempo perduto. Ha nominato Basile commissario e, in dieci mesi, ha rimesso a nuovo 70 impianti sportivi rimessi a nuovo, compresi il terremotato Stadio San Paolo e la piscina Scandone, con un investimento di 257 milioni, di cui 127 per le strutture e 139 per i servizi.
I dati più corposi sono quelli relativi all’accoglienza. Ci saranno 124 delegazioni da tutto il mondo, mille arbitri, mille giornalisti e 9mila atleti in gran parte ospitati sulle due navi da crociera ormeggiate nel porto.
Un indotto economico stimato tra 1,4 e 2,3 milioni di euro. L’occupazione temporanea stimata in 24 mila unità.
“Naturalmente, la storia potrebbe essere raccontata anche ricordando le delusioni accumulate a Napoli dopo i Giochi del Mediterraneo, Italia ‘90, l’America’s Cup del 2013 e la Coppa Davis dell’anno successivo. O calcando la mano sul paradosso clamoroso del palazzetto dello Sport, coevo della piscina Scandone, distante da questa pochi metri, ma rimasto com’era, un rudere scoperchiato e devastato, perché l’effetto De Luca qui non è arrivato. Ma questa, appunto, è un’altra storia. Di miracolo laico, si parla. Non di religiosa quadratura del cerchio”.