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La Spectre Rai-Governo che ha lavorato al complotto anti-Napoli per le Universiadi

Il Napolista è in grado di raccontare per filo e per segno cosa c’è dietro l’oscuramento della cerimonia di chiusura dell’evento: ennesimo schiaffo alla città

La Spectre Rai-Governo che ha lavorato al complotto anti-Napoli per le Universiadi

Il famigerato Vicecapo

13 luglio. Roma, stanza dei bottoni, interno giorno, anche se con le tapparelle abbassate e la luce artificiale perenne diventa difficile distinguere il giorno e la notte.

Al lungo tavolo ovale piazzato di sbieco al centro della stanza siedono in 7.

Due dirigenti Rai, un delegato del Mise, due sottosegretari, il Capo della Polizia e il Vicecapo con compiti operativi della SPECTRE (SPeciale Esecutivo per Controinformazione, Terroni, Ribelli e Extracomunitari). Quest’ultimo è, come sempre, mascherato. La sua identità è tanto segreta quanto temuta è la sua spietatezza.

Divenne famoso quando fece sparire nel nulla il giornalista e tutta la troupe che avevano realizzato, per il TG1 delle 23, un servizio sui presepi di San Gregorio Armeno senza mai nominare la camorra. L’episodio è relegato alla memoria dei pochissimi testimoni oculari, visto che le immagini sono state cancellate dagli archivi Rai (ora nelle copie ufficiali, al posto di quello scempio, c’è un servizio che decanta le qualità organolettiche del Gorgonzola). Era il 1994 e non è stata la più efferata delle sue operazioni.

I 7 costituiscono il vertice della task force per le Universiadi, la punta di un iceberg formato da oltre 600 uomini e donne (giornalisti, editori, cantanti, attori, componenti delle forze dell’ordine e dei servizi segreti di nove stati) con l’unico compito di oscurare la maestosità dell’evento organizzato a Napoli e ridurre a macchietta i napoletani.

Mezzo milione di mozzarelle adulterate

Per oltre sette mesi hanno lavorato senza sosta. Oltre 25.000 putipù distribuiti, mezzo milione di mozzarelle adulterate, migliaia di incursioni per sostituire il lievito madre con il lievito di birra nelle pizzerie.

Il Vicecapo ha personalmente partecipato all’operazione ciofeca, grazie alla quale oltre 90.000 tonnellate di caffè napoletano in giacenza nei bar sono state rimpiazzate nottetempo con caffè Illy 100% arabica.
Gli enormi risultati raggiunti non riescono, tuttavia, a lenire la stanchezza sul viso dei presenti. C’è da fare l’ultimo sforzo: silenziare la cerimonia di chiusura.

I due dirigenti Rai sono particolarmente nervosi. Dalla Regione Campania hanno chiesto più volte la messa in onda dell’evento. “Abbiamo ristrutturato 60 impianti e speso milioni di euro, meritiamo visibilità”, hanno detto.

E i soldi spesi per gli impianti?

Il Vicecapo li ascolta, impassibile, le mani che seguono il contorno del naso e le dita che indugiano negli angoli degli occhi.
“Dite alla Regione che se il palinsesto della Rai dipendesse dai soldi spesi per le ristrutturazioni, avremmo dovuto dedicare un canale alla Salerno-Reggio Calabria per 35 anni”, fu la risposta perentoria. “Niente diretta, nemmeno su Rai Scuola. Al massimo una sintesi in differita. Di notte”.

I cugini del ministro

Il silenzio che seguì la sentenza appena emessa fu rotto dal timido intervento del delegato del Mise. “Vicecapo, il ministro, come lei sa, è di Pomigliano D’Arco. Ci sono due suoi cugini che fanno uno dei balletti nella cerimonia di chiusura. Ci rendiamo conto delle esigenze di ordine superiore, ma non è che si potrebbe far passare qualche immagine durante il Tg3? Bastano un paio di minuti, qualche inquadratura, giusto per fare contenta la zia…”

Il Vicecapo non si era mosso di un millimetro.”Zia Carmela, certo. A proposito, come sta? So che dalle ultime analisi sono usciti i trigliceridi alti e che è un po’ preoccupata per quella cartella esattoriale. Va sempre tutte le mattine alle 9.45 a prendere il caffè dalla signora Lambiase? E lo prende sempre con poco zucchero?”.

Non sarebbe stato necessario andare oltre, ma il Vicecapo non aveva proprio gradito quella richiesta assurda e sentiva di dover lanciare un messaggio ancora più forte.

“È curioso che il ministro abbia chiesto giusto due minuti. È esattamente la stessa durata di un filmato delle telecamere a circuito chiuso della circumvesuviana del 1998. Si vede un giovanotto, che avrebbe fatto carriera, mentre scavalca il tornello ed entra senza biglietto. Mi pare fosse la fermata di Pomigliano D’Arco…”.

Il delegato del Mise aveva appena capito che cosa vuol dire sudare freddo.”Credo che una sintesi in differita sia più che sufficiente”.

“Bene” – disse il Vicecapo – “credo non ci sia null’altro da aggiungere. Un’ultima cosa: l’evento è stato oscurato, i napoletani sono stati macchiettizzati a sufficienza. Ci manca giusto un po’ di vittimismo. Fate in modo che non manchino sulla stampa locale e sui social network un po’di piagnistei. Se siete in difficoltà, contattate pure il nostro uomo di punta. Ha due libri in uscita, sarà accondiscendente”.
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