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Calcio: giro d’affari di 3,5 miliardi. Il contributo fiscale è di 1,2 miliardi

Secondo i dati di ReportCalcio, sono aumentati gli incassi da stadio, il numero di spettatori e (poco) i diritti tv. Non riusciamo però a riempire gli stadi che hanno un’età media di 60 anni

Calcio: giro d’affari di 3,5 miliardi. Il contributo fiscale è di 1,2 miliardi

Gazzetta.it riporta i dati del ReportCalcio di Figc, Arel e Pwc, presentati questa mattina.

Sono 28milioni i tifosi che seguono il mondo del calcio. 1,4 milioni i tesserati; 4,6 milioni i praticanti. Il calcio copre quasi un quarto degli atleti tesserati di tutto il sistema Coni.

Il dato più interessante è che, nella stagione da poco conclusa, gli incassi da stadio sono aumentati del 32,4%. Non solo, sottolinea la rosa, per l’aumento prezzi: rispetto alla stagione precedente, infatti, crescono anche gli spettatori (+8,4%).

Il giro d’affari che ruota attorno al calcio professionistico, in Italia, è di 3,5 miliardi di euro. Rispetto all’anno scorso, c’è stato un incremento del 6%.

A causa dell’aumento del costo del lavoro e degli ammortamenti, però, il risultato netto peggiora, con una perdita di 215 milioni di euro, anche se in miglioramento rispetto al biennio precedente.

Il contributo fiscale è andato vicino ai 1,2 miliardi di euro. Dei soldi incassati dallo Stato attraverso le tasse al Coni va un euro ogni 15,2 milioni. Cosa che spinge il sottosegretario Giorgetti a dire:

“Se una disciplina sportiva critica il calcio, deve sempre ricordare che per il 70 delle entrate fiscali che assicurano il finanziamento dello sport italiano è data proprio dal calcio”.

I diritti tv sono cresciuti ma poco, solo lo 0,4%. La voce però rappresenta il 40% dei ricavi.

In Europa, l’Italia è terza nella classifica dei ricavi medi per società, dopo Premier League e Bundesliga. E’ invece il nostro paese quello che vanta la crescita maggiore sui social: + 22,7 di fan e follower fra il 2017 e il 2018.

Siamo quinti nella classifica dei tesserati. Per quanto riguarda gli arbitri donna, solo la Germania ne ha più di noi. Non riusciamo, però, a riempire gli stadi. Siamo al 55%. Inghilterra e Germania sono al 91, Spagna al 71, Francia al 66.

L’età media dei nostri impianti è di 60 anni. L’86 % delle strutture utilizza fonti di energia rinnovabile e il 45 % dei posti non ha la copertura.

Il sottosegretario Giancarlo Giorgetti invita le società a pensare anche al suo patrimonio:

“Degli ammortamenti sembra non interessare niente a nessuno. Non si possono chiedere solo soldi allo Stato”.

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