ilNapolista

Abatantuono al Corsera: «Oramai è il calcio dei bilanci, manca solo il commercialista nell’album Panini»

«Una volta il calcio era fatto di persone e presidenti con cui i tifosi potevano lamentarsi, adesso ci sono le banche»

Abatantuono al Corsera: «Oramai è il calcio dei bilanci, manca solo il commercialista nell’album Panini»

Lunga intervista a Diego Abatantuono sul Corriere della Sera, il punto sono le dichiarazioni dell’attore rilasciate sul Milan

“Ho deciso che tifo Atalanta. Il Milan vive per gli investimenti e non per i tifosi”

Il Corsera parte proprio da questo e cerca di capire se sia stata una provocazione

«Non mi piace dire “è una provocazione”, è un calcio d’angolo con cui si salvano quelli che si pentono di aver detto qualcosa. Mi hanno telefonato, ho detto quello che penso. Anche se due cose non si cambiano: i figli e la squadra di calcio»

Abatantuono chiarisce il suo pensiero sul Milan e su cosa rappresenta una squadra di calcio per i tifosi

«Il cuore è milanista, ma tutto nasce da lì, dal cuore. Il calcio è fatto di tifosi, persone oneste che pagano il biglietto».

Il rapporto tra il presidente e i tifosi è un tema più che caldo nel campionato italiano, l’annosa questione se un presidente debba essere tifoso o imprenditore che si ripresenta anche a Napoli.

«Poi c’era il cuore del presidente, uno che metteva nella squadra impegno, tempo, denaro, perché prima non faceva quel mestiere lì, nessuno nasce presidente di calcio. Era un appassionato. Poi di colpo cambia tutto: i presidenti diventano investitori, il calcio un business senza regole».

Il presidente, una persona con cui il tifoso vuole confrontarsi, a cui vuole chiedere, contro cui vuole anche poter sfogare la sua frustrazione. E ci sta anche che il calcio è fatto di soldi e si devono guardare i bilanci, ma ci vogliono le persone.

«Almeno, ci sono delle facce: uno può dire mi piace Preziosi, mi piace Pozzo. Poi ci sono imprenditori che sottraggono tempo ai loro affari, come De Laurentiis, che ha preso Ancelotti, si capisce che ci tiene; c’è Cairo, c’è la Juventus, c’è l’Inter, che anche se ha un presidente che sta in Cina ha preso Marotta e un allenatore tra i più bravi. Ma se il Milan viene acquistato da un fondo… non è una persona, è una banca. Quelli che ci lavorano, da Gazidis a Maldini, sono tutte brave persone, però lavorano per qualcuno che non c’è, una banca non ha un cuore, ha dei conti».

Il cuore, le facce, questi i punti fondamentali che secondo Abatantuono mancano al suo Milan, questo il motivo per cui non ha smesso di amare la sua squadra, ma per cui si è avvicinato all’Atalanta

«È la squadra che più assomiglia al calcio che piaceva a me: una dirigenza di persone di qualità, che crede nei giovani; tengono un allenatore tra i migliori, cambiano i calciatori, ma il gioco resta lo stesso»

L’attore proprio non condivide tutto questo parlare di bilanci e plusvalenze, prima il mercato era scambiare calciatori, ora è tutta una questione di far quadrare i conti. Un meccanismo perverso che ha invaso anche i tifosi al bar

«Parlano in prima persona: “Se ci danno 50 milioni, ne possiamo spendere solo 20, ci restano…” ma a te non resta niente, non te li danno a te i soldi. Mi dessero un prosciutto crudo… Se prima vedo un giocatore e mi diverto e poi lo danno via e ci sono in banca 30 milioni in più, io cosa faccio? Io mica vado in banca, voglio andare allo stadio».

Poi un rapido ma immancabile passaggio su Berlusconi in cui si avverte il rimpianto

«Noi al Milan abbiamo avuto un presidente che aveva tifo, possibilità, voglia di vincere, anche interessi personali, e tutto è combaciato. Adesso si parla solo di bilanci. Prenda la Roma»

E ancora una provocazione per il prossimo album dei calciatori, con le foto dei commercialisti, ragionieri che lavorano ai bilanci. Mettere le foto dei calciatori oramai è inutile

«non faccio in tempo ad attaccarlo che me l’hanno dato via»

ilnapolista © riproduzione riservata