Più che chiedergli di vincere un trofeo, bisognerebbe pregarlo di continuare in questa sua opera di smantellamento della Napoli bistrattata

Franco Ordine sulle pagine del Giornale, scrive un pezzo-dedica ad Ancelotti nel giorno dopo del suo sessantesimo compleanno.
I 60 anni di Ancelotti napoletano onorario
Già il titolo dice tutto. Carlo, uomo di calcio capace di stregare campioni come Cristiano Ronaldo è approdato a Napoli non senza qualche scetticismo da parte della piazza.
Di Napoli, poi, è diventato, con quella spontaneità che è la sua cifra fondamentale, l’ambasciatore autentico, capace di cancellare luoghi comuni e capovolgere giudizi irriverenti.
Ha apprezzato la città anche dal punto di vista culinario, tanto caro ai napoletani e alle oleografie di Napoli, e da emiliano ha soppiantato i tortellini con la mozzarella. In ogni sua intervista, anche quelle dei momenti duri come l’eliminazione dalla Champions, non ha mai mancato di elogiare la città e raccontarla.
Forse più che chiedergli di vincere un trofeo, bisognerebbe pregarlo di continuare in questa sua opera di smantellamento della Napoli bistrattata che è poi il servigio più autentico che un uomo di calcio e di vita vissuta è in grado di garantire
Ordine sottolinea come il tecnico non abbia mai perso occasione per sottolineare il rapporto idilliaco che lo lega al presidente e la fiducia massima nei collaboratori anche per quanto riguarda il mercato. Un’aziendalista si è definito, fin dal primo momento e ha sempre tutelato l’azienda.
Lui, Ancelotti, da uomo di mondo di origine contadina, ha capito che prima di raggiungere il traguardo calcistico invocato dallo stadio, è bene capire il suo popolo, virtù e debolezze. Dopo un anno di Napoli, Ancelotti è già più napoletano di molti napoletani doc.