ilNapolista

La 10 non si tocca. Ma per James Rodriguez possiamo inventarci la “Dieci”

Solo a parlarne porta male per chi dovrebbe indossarla. È un peso che un umano non può sopportare.

La 10 non si tocca. Ma per James Rodriguez possiamo inventarci la “Dieci”

L’affare James Rodriguez sembrava troppo facile dopo che De Laurentiis ha detto «Piace ad Ancelotti lo prendiamo» e invece a Napoli le cose troppo facili non piacciono. E così spunta un’indiscrezione, che non sa quanto sia vera, ma è ben cavalcata dai social, secondo cui ci sarebbe una clausola nel contratto di sponsorizzazione che il calciatore colombiano ha con l’Adidas.

Nel contratto che lega James Rodriguez all’Adidas, rinnovato nel 2015, ci sarebbe una clausola che comporta che James, in ogni squadra milita, dovrebbe indossare ‘per contratto’ la maglia numero 10. L’indiscrezione è stata confermata anche dagli americani di Forbes. James la indossa con la nazionale della Colombia sin dal 2007-2008, dai tempi dell’Under 17, mentre con i club, invece, la vicenda va avanti dal 2012-2013. La tendenza si è interrotta con il prestito al Bayern MonacoJames, infatti, ha dovuto slittare al numero 11, considerando la proprietà della ’10’ di Arjen Robben dal 2009-2010.

 

La Gazzetta dello Sport questa mattina aveva già sollevato la possibilità che il Napoli potesse rispolverare la numero 10 che fu di Maradona e di Sivori e che con l’addio dell’ex Pibe de oro è stata ritirata.

La 10 non si tocca o si tocca?

E non si tocca anche a rischio di far saltare l’affare?

Non ho capito perché qui, non appena c’è uno che emerge anche solo con i capelli dalle onde, gli vogliamo ammollare questa 10. Diego è oggi un fantasma troppo ingombrante? Una zavorra che ci tiene costantemente con lo sguardo indietro?
Reintegrare la sua maglia non risolverebbe, ne sono certo, il problema, ma faremo solo uno sgarbo alla nostra storia.

Già si è riproposto il quesito in passato con altri calciatori e immaginiamo solo per un attimo se avessimo ceduto a questa tentazione:
Con Lavezzi, e ne scrissi.
Con Hamsik, e ne scrissi.
Con Insigne, e mi sono rifiutato perché ho iniziato a essere pedante.

Tra l’altro, lo ripeterò alla noia, solo a parlarne porta male per chi dovrebbe indossarla. È un peso che un umano non può sopportare.

Quella 10 è un simbolo per Napoli e i napoletani. Uno dei pochi veri rimasti. Darla a un altro è come se domani trasformassero il Maschio Angioino in un casinò o in un lunapark. Ha la stessa valenza di un tradimento a noi stessi. Come Sarri alla Juve.
E pure la storia dei bambini che sognano di indossarla non regge. Sono nati, a differenza nostra, con i numeri più strampalati. Per loro la 10 è semplicemente un numero. Al massimo, la maglia di Messi.
È vero che James dopo l’argentino è probabilmente l’unico vero 10 rimasto in circolazione, ma ce ne faremo una ragione. Tra l’altro, partono sondaggi senza che il giocatore sia effettivamente del Napoli: invece di pensare a quella maglia, gli dessero piuttosto una penna per firmare il contratto.
L’Adidas potrebbe inventarsi qualsiasi cosa per aggirare il problema. Avranno sicuramente dei geni del marketing.

Gli dessero lo 01, il 100 o l’1+8 come fu per Zamorano che desiderava la 9.

Oppure potrebbero scrivere “Dieci”, sarebbe il primo. La sua maglia così la venderebbero anche sulla luna.
La storia non si tocca.

ilnapolista © riproduzione riservata