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Il mondo va avanti nel calcio femminile. Ma l’Italia?

Emanuela Audisio, su Repubblica, si sofferma sul divario culturale tra il nostro Paese e il resto del mondo. Non c’è nemmeno un arbitro donna tra i 27 presenti al Mondiale femminile

Il mondo va avanti nel calcio femminile. Ma l’Italia?

Il mondo va avanti, anche nel calcio femminile. E l’Italia? Se lo domanda Emanuela Audisio su Repubblica.

La prossima partita della Nazionale femminile contro il Brasile andrà in onda su Raiuno. Quella contro la Giamaica ha fatto il 23% di share di pomeriggio, “segno che a casa un pubblico c’è”.

Eppure, tra le 27 arbitre di questo Mondiale, non ce n’è neanche una italiana. Persino Honduras, Portogallo, Ucraina, Zambia, Cile, Messico hanno una loro rappresentante.

Oggi, per la prima volta nella storia del calcio tunisino e dell’Africa, a dirigere l’ultima partita di serie A maschile tunisina ci sarà un arbitro donna. E’ Dorsaf Gnaouti, originaria di El Kef, insegnante di educazione fisica. Due anni fa ha diretto una partita di serie B guidando una terna arbitrale tutta al femminile.

In l’Italia, invece, alle ragazze con il fischietto si riserva “un clima ostile e offese sessiste, da terzo mondo”.

Siamo lontanissimi dalla modernità degli altri paesi.

“Se volete incontrare la ct francese, Corinne Diacre, 44 anni, vi dovete rivolgere al suo agente che è lo stesso del ct maschile, Didier Deschamps, campione del mondo. E anche il Pallone d’oro 2018, la norvegese Ada Hegerberg, preferisce essere contattata in modo professionale. Il mondo va avanti, ma l’Italia?”

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