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De Laurentiis: “Ha ragione Ancelotti quando dice che il modulo esiste ma fino a un certo punto”

Le dichiarazioni del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis a Radio Kiss Kiss

De Laurentiis: “Ha ragione Ancelotti quando dice che il modulo esiste ma fino a un certo punto”

Il presidente De Laurentiis ha parlato a Radio Goal, su Radio Kiss Kiss Napoli. I temi trattati sono stati diversi: dalla nuova maglia al mercato, dai lavori allo Stadio San Paolo al ritiro di Dimaro.

Sulla nuova maglia:

“Io e i miei figli Edo e Luigi abbiamo sempre cercato di ideare maglie innovative. Abbiamo inventato la mimetica ed altre cose che poi sono state seguite anche nel campo della moda. Quando si inventano cose innovative, non sempre si trovano le persone pronte ad abbracciarle. Il nuovo spaventa sempre un po’. I nostri tifosi però si sono evoluti, anche grazie al web. Ora non ci sono più solo i tifosi del Napoli in Campania. Ma anche i tifosi del Napoli che vivono in Canada o negli USA. Tramite Amazon c’è stato un boom. Questi tifosi sono sempre di origini napoletane, portano l’identità nel cuore. Il calcio è una panacea che gli permette di convivere in luoghi complicati. C’è questo attaccamento alla maglia e questa capacità di esprimere la loro convinzione sulla maglia. Noi con grande rispetto cerchiamo di accontentare la grande popolazione di tifosi napoletani e di seguire quello che dicono”.

Sui lavori allo stadio San Paolo:

“Finite le Universiadi ci saranno altri lavori per sistemare una parte nel ventre del San Paolo che oggi non si vede. Uno stadio vive di tanti punti nevralgici che non si vedono in tv. E in questo senso noi saremo presenti e ci lavoreremo”.

Con l’addio di Albiol arriverà un difensore?

“Abbiamo accettato la sua richiesta perché glielo dovevamo. Negli ultimi due anni voleva andare via e l’abbiamo convinto a restare. Adesso non potevamo. Albiol, ti dico grazie, salutami la tua famiglia, so che per te sono stati anni importanti. Sono contento del tuo ritorno in patria. Abbiamo potuto cederlo perché sono cresciuti Chiriches, Maksimovic e Luperto accanto a Koulibaly, quindi staremmo a posto. Ma se vogliamo fare qualche passo in più possiamo farlo, ci stiamo provando e vediamo in che direzione andare. Spesso noi presidenti veniamo tirati per la giacchetta, tutti ci dicono chi prendere. Anche via web mi arrivano suggerimenti. Ho trovato sul tavolo una quindicina di difensori centrali, allora ho pensato che questo ruolo non è una rarità. Ma purtroppo non possiamo accontentare tutti”.

Un presidente anche molto social:

“A 70 anni bisogna essere ventenni. Se uno anagraficamente si chiude dietro l’età non va più da nessuna parte. Ho due figli giovani e mi diverto sui social. Ho anche dei nipoti, che sono ancora più veloci dei miei figli, quindi quando c’è qualcosa di tecnologico sul web loro mi aiutano. Non so come fanno a scrivere con quella velocità, per non parlare della lingua del web”

Arriveranno Manolas e James?

“Stiamo giocando su più tavoli per capire qual è il più giusto per il Napoli. Con l’arrivo di Conte e quello di Sarri e del nuovo allenatore della Roma noi dobbiamo approfondire con Ancelotti, che è un maestro, che tipo di gioco fare. Perché ha ragione Arrigo Sacchi quando inneggia al gioco di Sarri, che è un gioco stretto, che ti diverte, però dopo 15 anni di esperienza bisogna capire che uno deve formare una squadra capace di giocare in tanti modi diversi. Gli avversari non sempre ti permettono di giocare il tuo gioco, anche se lo fai alla perfezione, come ha fatto Sarri al Napoli. Anche Sarri in Inghilterra si è trovato in difficoltà perché i calciatori non erano abituati. Ha ragione Ancelotti quando dice che il modulo è una cosa che esiste, ma fino ad un certo punto. Sacchi è diventato un opinion leader, un universitario, è un mio grande amico però non ci sono delle regole fisse che funzionano sempre ovunque. Bisogna avere l’intelligenza e l’umiltà di rimettersi in gioco continuamente. Chi pensa che perdere una partita sia una sconfitta, sbaglia, perché perdendo si capisce come vanno le cose. Sarebbe anche noioso”.

Su Dimaro:

“A Dimaro inventiamo qualcosa non sul Napoli, ma sul calcio in generale. Possiamo coniare anche il nome: ‘Il Calcio che Vorrei’. Vorrei che il calcio in Italia e in Europa cambiasse. A Dimaro ci sarà un bel villaggio e delle partite incredibili. Probabilmente ci incontreremo con una squadra di B o di C. Quanto mi dispiace che certe tifoserie si siano contrapposte, altrimenti avremmo avuto maggiore possibilità di allargarci. Noi abbiamo una grande ricchezza in Italia che è il campanilismo, e non ci deve contrapporre. Tutti insieme formiamo l’Italia, non dobbiamo dimenticarlo”.

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