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Rizzoli alla DS: “Esiste un cursore che certifica dove è il pallone: era dentro la linea”

Il designatore degli arbitri: “Forse dovremmo spiegare meglio certe cose, ma ci vorrebbe più fiducia”

Rizzoli alla DS: “Esiste un cursore che certifica dove è il pallone: era dentro la linea”

Alla DS parla Marcello Carli, ds del Cagliari.

“Mi fa piacere che ci sia Rizzoli in studio perché non è tanto il discorso dell’errore, che fa parte del sistema, ma il problema è che il Var sta diventando ridicolo. O hai la certezza matematica che la decisione è chiara oppure come fai a prendere una decisione del genere? Per noi un punto è come vincere la Coppa dei Campioni. Ci sentiamo incavolati e soprattutto presi in giro. La colpa più grossa ce l’ha Mariani. E’ una decisione presa in modo scellerato”.

Rizzoli: “Il direttore ha tutto il diritto ad esprimere concetto, ma bisogna fidarsi della tecnologia, non dell’arbitro. Il sistema ha una linea vettoriale precisa al centimetro sia in orizzontale che in verticale che fa la proiezione del pallone nel momento in cui viene toccato dal braccio. E’ una cosa precisa che certifica che la palla è dentro. L’importante è dove è il pallone nel momento in cui tocca il braccio. Non ci sono dubbi se è dentro o fuori, perché è su una linea precisa. Basta che tocchi la linea per essere dentro. Qua è anche una questione di fiducia nelle persone e nella tecnologia”.

Rizzoli si sofferma su un problema di fiducia:

“Il Var fa parte del processo decisionale dell’arbitro. Dà la possibilità di vedere tipi di azioni e dinamiche che sono sfuggite all’arbitro. E’ una possibilità che ha l’arbitro 2.0 e che bisogna sfruttare. Non servirà  mai a togliere la polemica, che fa parte della cultura italiana in generale come il sospetto. Per fare un salto di qualità bisognerebbe avere più fiducia nei giudizi e sul perché sono prese certe decisioni. Forse dovremmo spiegarle meglio, ma se dall’altra parte ci sono persone che vogliono ascoltare. L’obiettivo di un arbitro è di fare bene, come il calciatore. L’autocritica e il confronto portano a un miglioramento, siamo aperti a farle sempre, ma non dovremo essere i soli a farlo”.

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