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Non entra nella storia solo chi vince. La lezione dell’Ajax

La foto finale della sfida dell’Amsterdam Arena non racconta di una vittoria, racconta di una sconfitta. Vittoria e sconfitta, i due volti del calcio

Non entra nella storia solo chi vince. La lezione dell’Ajax

Da sempre, sin da bambino, quando assisto a partite come quella di ieri tra Ajax e Tottenham, con epiloghi imprevedibili, improvvisi, travolgenti e struggenti, non riesco mai a mettermi nei panni del tifoso che ha vinto. Ma sempre in quello che ha perso. E questo al di là delle maglie o delle inclinazioni. Da neutrale mi immedesimo istantaneamente nel tifoso che all’ultimo secondo si vede scivolare la vittoria dalle mani avendola già stretta  nella memoria e messa in circolo in tutti i battiti possibili del cuore.

Quando si dice “il bello del calcio”, io, invece, penso subito all’altra faccia della medaglia: “il brutto  del calcio”. D’altro canto luce e ombra,  sono parte una dell’altra, in un naturale e perverso meccanismo necessario a se stesso. Per quel perverso fascino irripetibile del romanzo universale che intreccia inevitabilmente gioia e dolore.

La foto finale della sfida dell’Amsterdam Arena, e forse l’immagine emblematica dell’intera Champions, non racconta di una vittoria. Racconta di una sconfitta. I Lancieri stesi al suolo, con le lance non già e non più rivolte fieramente al cielo ma inferte nelle pieghe dell’anima come stimmate insanabili. Sono frame emotivi che rivelano le nostre pulsioni più umane anche dinanzi al Dio Pallone.

Vedete, nel calcio come nella vita, la gioia è esplosiva, fulminante, celestiale, sorprendente e inarrivabile. È un terremoto di adrenalina che, però, gradualmente si assesta e col tempo declina in nuovi sogni sino a dissolversi. La sofferenza no, non diluisce mai, non conosce dissolvenza, bensì solo una lenta e infinita sedimentazione che cresce giorno dopo giorno diventando una detestabile e perniciosa compagna di viaggio.

Chi è baciato dalla felicità del trionfo, poi volta pagina. Chi perde no, resta su quella pagina interrotta, in attesa che si riscriva il maledetto lieto fine. A costo di passarci l’intera esistenza.

Per questo sin da piccolo mi ripetevo nella testa ossessivamente il mantra che ancor oggi mi porto dentro. Le partite non vanno vinte per gioire. Ma solamente e semplicemente per non soffrire…

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