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Crosetti: “La Champions non può essere spostata per fare contento il dj della Juventus”

Un Crosetti in grande spolvero su Repubblica sulla richiesta della Juve di posticipare la partita contro l’Atalanta: “Basterebbe sporgersi un attimo dalla finestra sul nostro cortile”

Crosetti: “La Champions non può essere spostata per fare contento il dj della Juventus”

Un Crosetti ironico e ficcante quello di questa mattina su Repubblica. Commenta ironicamente la richiesta della Juventus di trasformare la partita contro l’Atalanta allo Stadium da pomeridiana – come era prevista all’inizio – a serale.

“L’ha chiesto la Juventus per ragioni coreografiche: le luci stroboscopiche nella discoteca dello Stadium hanno bisogno del buio. Ed è così che la Juventus con i cappellini di cartone, gli ombrellini nello spritz e le trombette scriverà gli inviti per la Champions, manifestazione che non riesce mai a vincere ma a condizionare sì”.

Crosetti ricorda che anche il Milan vuole giocare domenica sera e che l’Atalanta avrà la partita di Coppa mercoledì. Ma la Champions, scrive,

“vale un sacco di soldi e non può essere avvicinata a singhiozzo, anche per rispetto dei tifosi che comprano il biglietto, organizzano la trasferta, spostano il battesimo del nipote dello zio Ignazio e poi scoprono che la partita si gioca la sera, così il dj della Juve è contento”.

E porta come esempio quanto accade appena al di fuori del “nostro cortile”, in Inghilterra e Spagna, dove “i campionati non si concludono col posticipo dell’anticipo posticipato e neppure con l’anticipo del posticipo slittato”.

All’estero, non troppo lontano da noi, semplicemente si gioca tutti alla stessa ora e le tv versano ugualmente un sacco di soldi in diritti televisivi e ci guadagnano tutti, nessuno ci rimette.

“Il calendario, come la mamma, la bandiera e i colori sociali non si cambiano solo per fare cassetta, se hai la maglia a righe non ci metti i quadratoni, se hai comprato il biglietto per una gara il sabato non la dovrai vedere il venerdì, tipo il derby della Mole, partita stranamente decisa dai calciatori e non dai grafici o dai coreografi”.

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