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Cosa insegnano al Napoli le imprese di Liverpool e Tottenham

Prima puntata del Barbiere Napolista: le due serate di Champions commentate dalla redazione, tra fautori del bel gioco e anti-vegani

Cosa insegnano al Napoli le imprese di Liverpool e Tottenham

Al via una nuova rubrica Napolista: il Barbiere Napolista. Un ‘salone’ virtuale in cui vogliamo fare barba e capelli agli eventi sportivi del momento, coinvolgendo di volta in volta gli amici, ma anche i lettori che vorranno condividere le proprie opinioni .

Partiamo con quella che potremmo definire la sorpresa Champions con una finale tutta inglese.

Le due semifinali di Champions vinte dalle inglesi che hanno ribaltato i risultati dell’andata e sovvertito ogni pronostico, aprono la strada a numerose considerazioni.

I fatti

Martedì sera il  Liverpool ha letteralmente schiacciato un Barcellona che era sceso in campo troppo sicuro del risultato acquisito. La formazione di Klopp ci ha messo il cuore e il coraggio che sono di casa ad Anfield.

Ieri è stato il turno del Tottenham, che ha ribaltato tutto nel secondo tempo. Tripletta di Lucas Moura e il gioiellino Ajax torna a casa.

Una finale di Champions che parla british dunque e che mette in evidenza la supremazia di una Premier che sta prendendo sempre di più le distanze dal resto del calcio europeo.

Le considerazioni

Ieri ci aspettavamo di vedere in campo il tanto decantato progetto Ajax, quella generazione di ragazzini terribili persino esagerati nella ricerca della giocata a effetto ma tremendamente efficaci, e belli da vedere. Ma quel calcio totale made in Holland che ha eliminato la Juve dalla Champions e il Real, anche se in profonda crisi, non è bastato per approdare alla finale.

I commenti all’intervallo della partita di Raffaello Corona Mendozza richiamavano l’attenzione sui tifosi sempre pronti a inveire contro le scelte del Napoli: “Le persone già jastemmano Trippier dicendo che è un bidone. Siamo alla protesta preventiva”. Con risposta di Fubi :“È solo un Mario Rui inglese”, quale appena mezz’ora dopo entrava a gamba tesa con una riflessione alla Bellavista “Tottenham, zero milioni spesi e una finale di Champions”, a cui ha fatto seguito un corale “È il sogno di De Laurentiis”

Da questa mattina poi si è aperto il dibattito sulle inglesi, considerando in generale il doppio successo di Liverpool e Tottenham che si affronteranno in finale il 1 giugno.

Montieri ha esordito con “Sono tornate le inglesi”, al che ha dato banco Raniero Virgilio che ha sottolineato quanto la stampa avesse puntato invece sull’Ajax per questa sfida “Si vince solo col progetto Ajax”.

La partita di ieri ha dimostrato invece che “si vince se ci credi”, come ha risposto Montieri. E il Tottenahm ci ha creduto. “È stata una partita di autentiche mazzate di morte e zero schemi. Una partita di calcio” secondo Virgilio “il modello Ajax, era l’ultima foglia di fico degli amanti della Juve e degli odiatori del Napoli attuale. Il calcio, alla fine, dice sempre la sua, per fortuna”.

L’affermazione delle inglesi, che nessuno avrebbe dato per scontata quando il Napoli aveva quasi battuto il Liverpool, ha dimostrato che la Premier sta cambiando come dice Fubi “Un po’ sono sorpreso, ma non molto. Perché le grandi squadre inglesi hanno finalmente iniziato a capire l’importanza degli allenatori stranieri e dell’impronta tattica che sono capaci di dare: Klopp, Poch, Guardiola, Emery, Sarri. È gente con idee di calcio”.

Ma è soprattutto il carattere che hanno saputo mettere in campo che ha fatto la differenza “Di calcio inglese non ne capisco niente, – ci ha tenuto a spiegare Francesca Leva – ma i ragazzi di Klopp ci hanno creduto,  fin dalla prime note di “You’ll never walk alone” intonate da tutto lo stadio e perfino dai tifosi spagnoli presenti, forse troppo convinti di vincere”.

“Però come giocano, quelli dell’Ajax, mamma mia: sembra che corrano con il pallone incollato ai piedi”, ha detto la Puglia sognando di dare ai ragazzi terribili i voti in pagella.

Le italiane quando prendono un gol la considerano quasi persa” è stata la provocazione di Montieri per spostare l’accento sul calcio nostrano.

Raniero Virgilio non raccoglie e con i suoi toni sofisti commenta “Vanno in finale due squadre intense ma che sono tutt’altro che estremiste nel loro gioco. Sono moderne, ma non vegane alla Guardiola”. che apre all’affondo di Fubi “Il calcio moderno: fatto di aggressione e fisicità, ma con la tecnica nei piedi. Chi ci vede modelli, dualismi ecc ecc, per dirla come Kolarov, non ci capisce un cazzo”.

Arriva il contributo del direttore che, dopo le riflessioni filosofiche di Raniero, e le certezze di Fubi, porta la politica nel confronto calcistico “È la Brexit del calcio, ma al contrario. Il Regno Unito ha espulso gli altri dall’Europa. Rischia di avere quattro finaliste su quattro, e senza i vincitori del campionato: il Manchester City”.

Il commento tecnico divide almeno quanto quello teorico sulle squadre inglesi e il loro modo di concepire e mettere in campo il calcio. Le due rimonte in Champions hanno dimostrato che una differenza c’è di sicuro, bisogna scoprire quale

“Il calcio attuale si sta muovendo in una direzione chiara: aggressività sul recupero palla, intensità esasperata, ritmi alti, fisicità, risalire velocemente il campo, e tante altre cose, tipo il ruolo sempre più centrale dei terzini nella costruzione e nella fase offensiva (cosa alla quale Guardiola lavorò molto al Bayern, con Alaba e Kimmich e che fa adesso con Walker, per esempio) ma fatta da interpreti di qualità. Quindi giocatori fisici ma tecnici”.  La potremmo definire la lezione di calcio di Fubi che chiude la questione.

Ma fino a quando, come in ogni democrazia che si rispetti, il direttore dice la sua “Quanto al modello, non saprei. Non è che il Barcellona gioca all’italiana. Meno che meno l’Ajax o il City. Anzi l’Ajax ha finito per suicidarsi anche per una ferrea ortodossia di gioco. Ogni tanto – Ancelotti dixit – il pallone va anche lanciato alla viva il parroco. magari l’avessimo fatto anche noi nel primo tempo contro l’Arsenal”.

Ma il discorso sul confronto del calcio italiano resta in piedi:

Lo riprende Fubi con le sue certezze “Dopo il 2-0 era finita per una squadra italiana” , ma è solo l’inizio Montieri non aspettava altro “Per una squadra italiana sì. Forse già all’andata” . Oramai è un monologo indisturbato tra i due “In Italia lo fa l’Atalanta, per dire, ma non ai livelli di squadre tipo Ajax o Liverpool e altre” affonda Fubi.  Montieri osa l’affondo definitivo e la sferzata al Napoli “In semifinale quattro squadre che giocano a pallone e che non si cacano sotto. Queste partite devono essere un insegnamento per il Napoli, se giochi a pallone e non te la fai addosso ce la puoi fare”

Il direttore prova a riportare equilibrio nella discussione senza sottovalutare la potenza del calcio inglese che le due semifinali ha messo in evidenza, ma senza porli in conflitto solo con quello italiano “Il calcio inglese, a questo punto, non solo è il più bello (e la bellezza per me è dettata dal temperamento ) ma è anche il più competitivo. Almeno quest’anno. Sono il centro di gravità del calcio europeo. Vanno a un’altra velocità, in tutti i sensi”.

La sentenza di Montieri chiude il dibattito e la giornata “Questa rimonta ha una sola spiegazione: Jurgen Klopp” (Mourinho).

Punto! Partita! Incontro!

 

 

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