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A Napoli se vai allo stadio sei un fesso che regala soldi al Pappone

All’estero se vai allo stadio a tifare per la tua squadra sei un figo che supporta la propria fede e partecipa ad un rito collettivo

A Napoli se vai allo stadio sei un fesso che regala soldi al Pappone

Sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi.

A far promesse senza mantenerle mai se non per calcolo.

Il fine è solo l’utile, il mezzo ogni possibile.

La posta in gioco è massima, l’imperativo è vincere

Mi è tornato spesso alla mente l’incipit della famosa canzone di Frankie Hi Nrg pensando al famoso motto juventino di cui i tifosi bianconeri vanno tanto fieri: “ vincere è l’unica cosa che conta”. Sono sempre stati Loro quelli che hanno scelto di tifare per la Juventus in quanto squadra vincente, il cui unico fine è potersi crogiolare nella propria cameretta pensando: ho vinto.

Dall’altra parte della barricata Noi, gli altri, quelli del “ Solo La Maglia”, “ Al di là del risultato”, “ Difendo la città”. Quante volte ne abbiamo dibattuto in maniera anche un po’ sprezzante noi tifosi napoletani mettendo a confronto col tifo plastificato bianconero la nostra diversità, fatta di amore puro per la maglia sempre e comunque?

Mi sa invece che dovremo iniziare a riconsiderare la realtà dei fatti.

Dando uno sguardo al triste spettacolo del San Paolo semivuoto, e leggendo in giro la vulgata popolare dei commenti sempre più negativi intorno al Napoli, mi verrebbe da dire che il processo si è ormai definitivamente realizzato: siamo diventati come loro (gli juventini).

Una volta la marea azzurra del San Paolo per il Napoli era famosa e riconosciuta in tutta Europa e probabilmente anche nel mondo come esempio di tifoseria passionale, calorosa, verace. Noi al pari del muro giallo del Borussia Dortmund, del “ You never walk alone” del Liverpool, della passione forte dell’allora Vicente Calderon per l’Atletico Madrid, del ribollente Velodrome di Marsiglia.

Tutte squadre spesso non vincenti, ma amate e supportate dalla follia dei propri supporters. Orgogliosi e fieri.

Aria fritta oramai purtroppo per quanto riguarda la tifoseria napoletana

Quegli stadi di cui sopra sono ancora perennemente pieni, traboccanti di passione ed entusiasmo: la nostra Arena invece è diventata un mesto spettacolo per pochi intimi. All’estero se vai allo stadio a tifare per la tua squadra sei un figo che supporta la propria fede e partecipa ad un rito collettivo. A Napoli sei un fesso che regala soldi al Pappone.

Il tifoso napoletano medio sembra aver completamento abbandonato i vecchi slogan con quelli tanto in voga in tempi di cattivismo da social. Siamo passati dal “ Forza Napoli Sempre”  al “ Amma Vencer “. Perché? Ma è ovvio, pecchè Nuie simm o Napule. Punto e basta.

Pretendiamo la vittoria. Senza se e senza ma.  Amma Vencer non è altro che “vincere è l’unica cosa che conta” tanto in voga tra i bianconeri. Nessuna differenza tra il tifoso juventino ed il tifoso napoletano, e forse neppure tra le altre tifoserie. Oggi esiste un’ univoca informe nuova tipologia di tifoso/appassionato calciofilo: il tifoso “abbrutito” dai social. Quello preoccupato solo degli eventuali commenti degli altri supportres, di dover replicare al carognismo della tifoseria avversa.

Tutto un uniforme calderone in cui ormai si fa fatica a trovare differenze tra tifoserie ed approccio.

Vinco lo scudetto da otto anni ma perdo la Champions League? Mi prendono in giro dal popolo internauta che si sfoga con il motto “ fino al confine”.

Vivo il decennio migliore della storia del Napoli a parte l’epopea maradoniana? Mi prendono in giro con lo slogan “ vincerete l’anno prossimo”.

E allora scatta la furia iconoclasta del nuovo “modello tifoso” che si ritrova unito nella ricerca del capro espiatorio su cui sfogare rabbia ed indignazione.

E allora dagli addosso ad Allegri per il popolo juventino, e dagli addosso a De Laurentiis per il popolo azzurro.

Ecco, Allegri e De Laurentiis sfogatoi perfetti per il tifoso di calcio 2.0: cattivo, feroce, incarognito. Il fanatismo tipico da realtà virtuale da social: un pubblico sempre meno propenso a vivere ed accettare la realtà ( spesso una bella realtà), ma al contrario abbeverato dal calcio- play station. Un  universo fatato in cui la Juventus deve giocare il calcio più bello dell’universo, ed il Napoli deve vincere lo scudetto pur facendo meno spettatori di una Sampdoria o Torino qualsiasi.

E guai a provare ad essere positivi, ottimisti, perché no contenti di godersi lo spettacolo. No. Giammai. Verreste messi all’indice come prezzolati, papponisti, al soldo della società.

Rabbia è la parola d’ordine. Se non sei incazzato non sei più tifoso.

San Paolo vuoto ma social pieni. Poco amore dal vivo e molta rabbia virtuale. Si, decisamente un approccio juventino.

Saranno i quarant’anni ormai superati, sarò un nostalgico ma io al modello tifoso arrogante juventino continuo a preferire gli ottantamila cuori giallo-neri che riempiono lo stadio di Dortmund anche quest’anno che è sfumato ( per loro) il sogno scudetto in favore del solito Bayern.

Orgogliosi e fieri sempre. Proprio come dovremmo essere noi di questo Napoli.

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