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Il Tenuta Camaldoli 2015 chiudi gli occhi e ti viene in mente il tiro a giro di Insigne

Lorenzo Insigne è l’elogio al calcio estetico come il Tenuta Camaldoli 2015 di Cantine Astroni è un elogio alla bevibilità

Il Tenuta Camaldoli 2015 chiudi gli occhi e ti viene in mente il tiro a giro di Insigne

A parlar di vino vi è negli ultimi anni una ricorrente deriva acidistica a cui molti tra appassionati e bevitori esperti continuano a strizzare l’occhio certificandola come una sorta di avanguardia enoica, una tendenza irrefrenabile nonostante il mercato, quello che rappresenta una buona fetta delle movimentazioni di vino in tutti canali distributivi che invece continua ad apprezzare, e a preferire, le morbidezze e le dolcezze.

Lorenzo Insigne, in un calcio sempre più muscoloso e ossessionato dalla fisicità e dalla prestazione atletica emerge per il suo talento purissimo e continua a regalarci, tra i pochi, un senso estetico, di leggerezza e piacere che rischiamo di perdere e di non ritrovare più negli anni a venire. Un ruolo sempre più raro, di nicchia, il suo.

Nel vino come nel calcio si deve a taluni l’onore di aver saputo tracciare la strada, agli altri l’onere di raccogliere il testimone e sapere condurlo lontano, in alto, laddove è più facile per tutti individuarlo, ammirarlo, apprezzarne la bellezza, goderne con voluttà. E’ avvenuto nei Campi Flegrei grazie alla famiglia Martusciello, a Raffaele Moccia, a Luigi Di Meo, così è per Gerardo Vernazzaro e i suoi vini a Cantine Astroni. Nel calcio, per citarne alcuni, c’è stato Rivera, poi Baggio e Del Piero, oggi Lorenzo Insigne.

Il giovane Lorenzinho raggiunge l’apice della sua carriera giovanile nel ruolo di esterno offensivo disegnato da Zdeněk Zeman durante la sua militanza nel Foggia prima e nel Pescara poi, dove segnerà gol a grappoli. Il boemo stravede per lui e fa di tutto, dopo la splendida stagione a Foggia in C per portarselo dietro in B, a Pescara, l’anno successivo, dove con Verratti e Immobile diviene artefice di una cavalcata incredibile che lo vedrà così consacrato tra i giovani più promettenti italiani, tanto da convincere il Presidente Aurelio De Laurentiis che no, quel guagliunciello non va più da nessuna parte, rimane a Napoli!

Lorenzo per la verità aveva già vestito l’azzurro, nelle amichevoli estive del 2009 con Roberto Donadoni e con Walter Mazzarri che addirittura lo fa esordire in Serie A il 24 gennaio 2010, nella partita Livorno-Napoli (finita 0-2) prima di andare in prestito alla Cavese, in Lega Pro Prima Divisione, dove finisce la stagione con 10 presenze.

Gerardo Vernazzaro sin dai suoi esordi a Cantine Astroni gioca e vince la sua partita in campagna, spingendo l’azienda di famiglia, quella dei Varchetta, a rivedere completamente, dopo i protocolli enologici in cantina, anche l’approccio con l’uva e prim’ancora con la vigna. Così l’enologo si è spogliato di quanto non necessario e si è fatto nel frattempo viticoltore tout court, rimanendoci, con grande soddisfazione, consegnandoci l’essenza del suo pensiero di anni di studio e di duro lavoro.

Di tutto ciò ce ne dà piena testimonianza il Piedirosso Campi Flegrei Riserva Tenuta Camaldoli 2015, un rosso dalla forte impronta vulcanica che agli appassionati più attenti ricorda subito bottiglie prodotte lontano migliaia di chilometri da questi pochi ettari terrazzati sopra Napoli, ma che in realtà non vuole rappresentare niente di questo o quel vino d’oltralpe ma solo quel che il varietale e questa terra sospesa sanno esprimere, quando giustamente coniugati all’unisono, ovvero un rosso del tutto originale, dal respiro moderno e dal sapore contemporaneo, dal naso allettante e seducente, pronunciato su toni scuri e dal sorso austero e  sottile ma allo stesso modo coinvolgente, pieno e gratificante.

Un Piedirosso dalla forte capacità evocativa, che sintetizza perfettamente un percorso lungo dieci anni, svincolato da logiche commerciali ma soprattutto artefice di bottiglie “godibili” immediatamente senza costrizioni temporali o necessità di abbinamento: le stappi e ne godi, chiudi gli occhi e ti viene in mente il tiro a giro di Insigne, pure se non sempre finisce là dove dovrebbe andare, è il senso stesso di una giocata di Lorenzinho che ti lascia, come questo vino, col fiato sospeso: ‘’Marò… l’ha fatt’ larga, è long è long, tras’ o nun tras’?, Chist’ ‘a par, nun ‘a par… gooooooool!!

 

L’Arcante

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