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Anche Higuain e Icardi tra i calciatori non lasciano le mance

La protesta sui social del collettivo di fattorini Deliverance Milano: nero su bianco la black list di vip dal braccino corto. “Attenti, sappiamo tutto di voi”

Anche Higuain e Icardi tra i calciatori non lasciano le mance

I loro nomi nero su bianco sui giornali di oggi: i calciatori famosi con il braccino corto, quelli che non lasciano mance ai fattorini che consegnano cibo nelle loro lussuose case.

La denuncia viene da Deliverance Milano, collettivo di fattorini precari nel delivery food. Sui social ieri, hanno pubblicato la black list di star e vip che ce l’hanno per abitudine: ordinano cibo a domicilio e non lasciano mancia, neppure quando il rider di turno si è fatto la strada sotto la pioggia per soddisfare le voglie dei famosi.

calciatori mancia

Tanti i nomi dei protagonisti del mondo dello spettacolo. E tanti anche i calciatori: Mauro Icardi e sua moglie Wanda, Gonzalo Higuain, Leo Bonucci, Cristian Abbiati, Danilo D’Ambrosio, Philippe Mexes e Paolo Cannavaro.

I riders non si limitano a fare i nomi. Ci tengono a far sapere agli illustri ‘taccagni’ che conoscono i loro indirizzi, come a dire: potremmo divulgare anche quelli oltre alle vostre abitudini da avari.

“Ricordatevi sempre una cosa, clienti: entriamo nelle vostre case. Sappiamo tutto di voi: cosa mangiate, dove abitate, che abitudini avete”.

I riders sottolineano anche che è molto più naturale avere mance nei quartieri popolari e periferici piuttosto che dai personaggi famosi che “vivono in quartieri residenziali extralusso o nel centro delle città”, “in distretti o in civici fighetti e più pettinati”.

Il CorSera riporta la risposta di Christian Abbiati, ex portiere di Milan e Juve:

“I fattorini del cibo mi accusano di non dare la mancia? Dovreste chiedere a mia figlia, è lei che si preoccupa di ordinare da mangiare con le app”.

Il tema dei riders, scrive la Gazzetta, “tra diritti minati e paga da fame”, è da mesi nell’agenda politica. Sono circa 10 mila, soprattutto giovani o giovanissimi, e prendendo in media circa 12,5 euro lordi l’ora.

Mesi di scioperi e di sentenze di tribunale, poi, ieri, la rottura di un principio sacro, quello della segretezza dei dati, base del rapporto di fiducia tra azienda e clienti.

Nel post su Facebook scrivono:

“Attente piattaforme digitali del delivery food perché se non volete confrontarvi con le nostre rappresentanze autonome e i gruppi organizzati che sono in stato di agitazione sindacale permanente, questo è il futuro che vi aspetta: noi produciamo i dati, noi conosciamo i vostri punti deboli e non esiteremo ad usarli contro di voi”.

Tutte le piattaforme, Deliveroo, Foodora, Glovo, Uber eats, Just eat e MyMenu hanno un ritorno negativo di immagine se i rider si mettono a spifferare le abitudini dei clienti, specie se sono famosi.

L’obiettivo della protesta, chiarisce la rosea, è togliere l’Iva sulle mance pagate via app.

 

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