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La difficoltà ad accettare che il Napoli è una squadra normale

Ancelotti suscita un consenso “cognitivo”. Tanto più forte, quanto più espliciti sono i risultati. Non un amore, ma un’amicizia a tempo determinato

La difficoltà ad accettare che il Napoli è una squadra normale
(Hermann /KontroLab)

Una squadra normale

È una squadra “normale”. Difficile adattarsi all’idea. L’elaborazione del lutto non è superata. In mente e nel cuore rimane la stagione amata del ciclo sarriano. Gli argomenti razionali non reggono. Ancelotti suscita un consenso “cognitivo”. Tanto più forte, quanto più espliciti sono i risultati. Non un amore, ma un’amicizia a tempo determinato. Al San Paolo si giocherà per la rimonta. Invocato come sempre il fattore pubblico, che dovrebbe aiutare il Napoli nell’impresa. C’è da scommettere, però, che, se le cose dovessero andare male, lo stadio fischierà. Come sempre, quando la delusione prende il sopravvento e non c’è nemmeno il salvacondotto della partita giocata alla grande.

La bolla

Occorre abituarsi all’idea di un Napoli che vince e perde, così come fan tutti. Che può entusiasmare, vedi Roma, o deludere come contro l’Arsenal. Il metro di giudizio dovrebbe essere quello adottato per tutte le big della Serie A. Alt, squadra in costruzione, si sale e si scende in classifica, partita deludente o domenica di gloria. Purtroppo, il duraturo secondo posto occupato dal Napoli (ma a venti punti dalla Juve) ha generato una bolla di aspettative, per cui se non si vince lo scudetto o la League o la Champions non sei nessuno.

Inutili paragoni

Una squadra “normale”, cui non eravamo abituati. Fioccano gli impropri paragoni con Sarri e il suo 4-3-3. Per lui un consenso “emotivo”, che prescinde dai risultati (finora gli stessi di Ancelotti), ma un gioco che “tremare il mondo fa” (a prestito lo slogan del Bologna d’antan). Sentirsi europei, con i complimenti di Pep Guardiola, ha sopperito alla mancanza di risultati. L’orgoglio del gioco più invidiato d’Italia, Davide contro Golia, stessi schemi e mentalità, che si incontri il Frosinone o il Real Madrid, pure le sconfitte, ma la percezione è quella dell’imbattibilità.

Una “sporca dozzina” di combattenti

È la straordinarietà appena vissuta contro la “normalità” del presente, luci spente sul campionato e faville solo promesse in Europa. Difficile il passaggio. Brutta rogna per Ancelotti, morale sotto i tacchi per una squadra ritornata ad essere tremebonda, come giustamente rileva Massimiliano Gallo, e pubblico chiamato ad accettare una “normalità”, nel gioco e nel risultato, dopo aver sognato d’essere l’anti-Juve in corsia di sorpasso e la vincitrice della League. Urge per il ritorno una “sporca dozzina” di combattenti, alla maniera del film di Aldrich, e un cast d’eccezione per fare l’impresa.

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