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Farah contro Gebrselassie: furti e aggressioni. Dallo sport al tribunale

Farah denuncia il furto subito nell’hotel di Gebrselassie. Questi risponde con altre accuse, tra aggressioni e conti non pagati

Farah contro Gebrselassie: furti e aggressioni. Dallo sport al tribunale

Un duello tra sportivi che di sportivo non ha nulla. Coinvolge due nomi ultranoti (e premiatissimi) dell’atletica leggera: il britannico di origine somala Sir Mo Farah e l’etiope Haile Gebrselassie.

Tutto è iniziato mercoledì scorso, racconta il CorSera. Nella conferenza stampa di presentazione della maratona di Londra, Farah ha denunciato di essere stato derubato il 23 marzo, giorno del suo compleanno, in Etiopia allo “Yaya Africa Athletics Village”, un centro di allenamento in altura vicino ad Addis Abeba di proprietà di Gebrselassie.

I ladri gli avrebbero sottratto, nella stanza che occupava, circa tremila euro di contanti, due telefonini e un orologio regalatogli dalla moglie, “con un grande valore sentimentale e che non può di certo essere sostituito”.

Farah ha dichiarato di aver denunciato il furto e di aver contattato Gebrselassie, ma che questi non abbia fatto nulla, tanto da costringerlo a chiamare la polizia.

In seguito all’intervento delle forze dell’ordine, sono stati arrestati, e poi liberati, cinque impiegati della struttura.

Il quotidiano scrive che Farah aveva già annunciato a Gebrselassie che avrebbe parlato in conferenza:

“Caro Haile ti voglio informare che sono dispiaciuto che tu non abbia fatto ogni sforzo per trovare il mio denaro e soprattutto il mio orologio. Sappi che non sono responsabile di ciò che andrò a dire durante la conferenza stampa che si terrà a Londra e sul tipo di influenza che avrà sulla tua persona e sui tuoi affari”.

Dal canto suo, Gebrselassie respinge ogni accusa in un comunicato.

“Il nostro hotel ha una chiara policy con i suoi clienti: devono dichiarare se hanno più di 350 dollari in contanti così da ricevere una cassetta di sicurezza. Ironicamente Mo Farah l’ha rifiutato, quindi non siamo legalmente responsabili di quanto accaduto”.

Aggiunge di aver praticato uno sconto del 50% sul prezzo della permanenza in hotel, per risarcire in parte il campione mondiale di quanto accaduto, ma anche che Farah è andato via senza pagare il conto di 3.000 dollari.

Gebrselassie va oltre. Svela che Farah si è reso protagonista di “molteplici e vergognose condotte che non ci si aspetterebbe da una persona del suo calibro”.

“È stato segnalato alla polizia per aver attaccato una donna sposata in palestra. Solo grazie al mio intervento di mediazione la denuncia è stata evitata”.

Si riferisce all’aggressione “con calci e pugni” all’interno dell’hotel a una coppia, i cui dettagli sono riportati dai quotidiani britannici.

Secondo l’allenatore di Farah, Gary Lough, l’atleta si stava in realtà difendendo dalla coppia.

Ma anche un altro istruttore, Chala Diriba, ha rivelato ai quotidiani di essere stato afferrato per il collo da sir Farah un anno prima.

Insomma, il duello atletico finirà in tribunale. Gebrselassie è intenzionato a non far cadere la cosa.

“Visto quello che è successo la questione sarà trattata dai miei avvocati con le conseguenze del caso”.

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