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“Basta”, il boicottaggio social dei calciatori britannici contro abusi razzisti

Il boicottaggio si svolgerà dalle 9:00 di venerdì alle 9 di sabato. I calciatori hanno pubblicato il loro supporto sui social media con l’hashtag “Basta”.

“Basta”, il boicottaggio social dei calciatori britannici contro abusi razzisti
Londra, 19 apr. (AdnKronos/Dpa) – I calciatori in Inghilterra e in Galles stanno boicottando i social media nel tentativo di costringere le piattaforme online e le autorità calcistiche a fare di più per combattere gli abusi razzisti. Il boicottaggio arriva dopo una serie di episodi di abuso razzista diretti a giocatori sia online che sul campo.
All’inizio di questo mese, il difensore del Tottenham Danny Rose ha detto che non vedeva l’ora di finire con il calcio a causa degli abusi che ha ricevuto, mentre la scorsa settimana tre tifosi del Chelsea sono stati messi al bando per aver fatto circolare un video di loro stessi che chiamavano l’attaccante del Liverpool Mohamed Salah un “bombardiere”.
La Uefa ha anche avviato un procedimento disciplinare contro il Montenegro dopo un comportamento razzista da parte dei suoi tifosi verso i giocatori dell’Inghilterra in una gara di qualificazione a Euro 2020 il mese scorso.

L’hashtag sui social

Il boicottaggio si svolgerà dalle 9:00 (0800 GMT) di venerdì alle 9 di sabato. I calciatori hanno pubblicato il loro supporto sui social media con l’hashtag “Basta”.
“Il calcio ha un problema con il razzismo”, ha detto Rose in un comunicato pubblicato dalla Professional Footballer’s Association. “Non voglio che i futuri giocatori passino attraverso quello che ho passato nella mia carriera. Semplicemente non siamo disposti a stare a guardare mentre le autorità calcistiche e le società dei social media fanno troppo poco per proteggere i giocatori da questo disgustoso abuso”. “Nel corso della mia carriera ho sviluppato una spessa corteccia contro gli abusi verbali, giustificandolo come ‘parte del gioco'”, ha aggiunto il difensore del Manchester United Chris Smalling. “Ma è giunto il momento per Twitter, Instagram e Facebook di prendere in considerazione la possibilità di regolare i propri canali, assumendosi la responsabilità di proteggere la salute mentale degli utenti indipendentemente da età, razza, sesso o reddito”

 

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