Lo diceva Liedholm. Sacchi lo applicò a Usa 94. Più spazi, più giocate, più spettacolo, più occasioni da gol. L’Ifab dovrebbe pensarci
Lo diceva Nils Liedholm: «In dieci si gioca meglio». E in un articolo, uscito sulla Gazzetta nel 1994, il Barone spiegò perché. Ecco i capisaldi del noto paradosso di Nils:
«1) Psicologia. La squadra con l’uomo in più tende a rilassarsi e a concedere spazi per il contropiede;
2) Zona. Se negli anni Sessanta un’espulsione faceva saltare il rigido sistema delle marcature a uomo, con la diffusione della zona non è più così: il campo lo si può coprire bene anche in 9 (portiere escluso);
3) Pressing e fuorigioco. È fondamentale evitare che gli avversari si scambino la palla al limite dell’area, così bisogna pressare e applicare la tattica del fuorigioco (che è rischiosa, ma in 10 si deve osare);
4) Moduli. Se il risultato è positivo, è preferibile un prudente 4-4-1. Se si è in svantaggio, meglio il 3-4-2 per essere più offensivi». Evidentemente, se n’è ricordato Ancelotti che nel secondo tempo ha giocato così.
Sacchi arrivò al Mondiale
Sacchi arrivò alla finale mondiale di Usa ’94 con due vittorie in dieci uomini. Italia-Norvegia: espulso il portiere Pagliuca, dentro Marchegiani per Robi Baggio che uscendo rivolse a Sacchi un grato pensiero («Questo è matto», il labiale del Codino). Alla fine Italia-Norvegia 1-0, con gol dell’altro Baggio (Dino). Italia-Nigeria: sullo 0-1, rosso a Zola, ma gli azzurri passarono ai supplementari con doppietta di Robi Baggio, in fondo Sacchi del tutto matto non era.
Napoli-Juve con più spettacolo in dieci contro dieci
E veniamo a noi. Napoli-Juventus. Senza entrare nel tema della tattica e della parziale rimonta del Napoli, giocare in dieci contro dieci ha aumentato lo spazio per entrambe le squadre, si sono viste più ripartenze, aperture ed ogni giocatore aveva quello spazio vitale tra se e la porta avversaria senza le asfittiche marcature del primo tempo quando la Juve si chiudeva a riccio in un attimo evitando le offensive del Napoli.
Rugby a sette e la pallanuoto ci pensa
Lo spettacolo sicuramente ne ha risentito e la partita, dieci contro dieci è stata più bella. Per spettacolarizzare il gioco, il rugby ha inventato la disciplina a sette onde evitare le pause del comunque splendido rugby a XV. Lo stesso sta pensando di fare la pallanuoto che da tempo pensa di passare a sei uomini con la stessa grandezza della vasca. E il calcio? Al momento l’Ifab non ha nemmeno in essere la discussione della modifica.
Meret ha fatto la scelta giusta?
Resta da capire, scriveva un arbitro in un articolo sulla rivista undici di qualche tempo fa cosa è meglio dal punto di vista difensivo: andare sotto di una rete e giocarsi il resto della partita in parità numerica, oppure restare in dieci e non concedere la possibilità di trasformare un calcio di rigore? Perché di questo si tratta. Scegliere. E non è semplice, per un difendente, sia esso un centrale, un terzino o un portiere, anteporre la lucidità all’istinto. Ma è quello che il calcio contemporaneo chiede. Imparare a leggere le situazioni e distinguere le diverse fasi di una partita. Meret-Ronaldo, a voi due.