ilNapolista

Il basket campano è moribondo: basta con le stesse facce e largo alla competenza

Servono giovani che sappiano fare marketing, ma con lauree non con passione. E addio a improvvisatori, saltimbanchi, direttori sportivi o amici di sponsor

Il basket campano è moribondo: basta con le stesse facce e largo alla competenza

Servono persone che sanno fare marketing

Il basket in Campania è morto o moribondo e nessuno se ne è ancora capacitato di questo onorevole gruppo.

1- sempre le stesse facce con gli stessi problemi di prima
2- sempre gli stessi argomenti di discussione
3 – sempre lo stesso modo di cercare di risolvere i problemi, ciò equivale a lasciarli come prima

“L’elenco dei processi evolutivi” è lo stesso, la soluzione non esiste in questi termini. Serve cambiamento, persone-uomini o donne che sanno “fare Marketing” ma davvero con laurea alla Bocconi per intenderci e con esempi in altri campi vincenti  milioni di investimenti ottenuti e non poche centinaia di euro), con dati nei loro CV e non acqua fresca, persone che ci mettono la competenza e non la passione che spesso è confusa con la competenza, persone che non siano legate a logiche di favori in Campania (almeno per i prossimi anni, fuori dagli schemi) questo negli anni ha fatto più male che bene a questo sport .

La capacità tecnica degli allenatori campani è indiscutibile perché ormai pronti a fare tutto, dal raccattatore dei palloni dal campo e dei ragazzi dalla strada per staccarli dalla PlayStation, dai consiglieri e suggeritori dei genitori che ne capiscono sempre di più di tutti, psicologi degli atleti e uomini d’onore, paraculo dei dirigenti, uomini “porta sponsor” per garantire la loro panchina… e non ho altri esempi da citare ora, ma la lista è sicuramente più lunga.

Eliminare il vecchio

Chi coinvolgere? Chi fa la squadra dei consiglieri? Chi sarà il presidente?
Io credo che è il momento dell’autocritica ma soprattutto è il “Momento” di eliminare il vecchio, c’è gente in giro che ho conosciuto 40 anni fa quando ero atleta, ci deve essere aria di rinnovamento ma rinnovamento giovanile.

È il momento di cancellare quelle frasi di circostanza: io ho vinto campionati , io ho una società dagli 1940/50, io faccio questo da quando sono nato o lo facevo perché la mia famiglia lo fa da decenni.

Basta, abbiate il coraggio di farvi da parte, togliete di mezzo il vecchio e lasciate organizzare il movimento ai giovani promettenti e ce ne sono tanti in Campania, e sono di grosso carisma e riconosciuti dal movimento in altre regioni grazie allo scambio di idee nei clinic. Faranno i loro errori ma come li hanno fatti tutti nell’iniziare una nuova avventura, il vantaggio sarà che il tempo poi  darà loro ragione. Così si andrà avanti.

Ultima cosa: fate allontanare da questo sport improvvisatori e saltimbanchi e direttori sportivi o amici di sponsor che si accordano con i procuratori e fanno le squadre al posto dei coach per qualche raccomandazione o per pochi euro, questo marcio  porta sempre di più nel baratro il movimento. Ho letto di “scommesse” su partite giovanili Fip Under 20: toglierei la tessera a coloro che in Campania hanno scommesso su queste partite, dirigenti, allenatori, atleti. Questo fa male al movimento e lo uccide ancora di più.

Competenze in ogni ruolo, scegliere le giuste competenze per risalire la china sempre e solo “se il malato si potrà rialzare” adesso lo vedo sottoposto all’estrema unzione poco prima dell’ultimo respiro .

Per gli atleti

Si è parlato di sport nelle scuole per riportare il basket nella scuola. Io parlerei di Sport e Università modello “college USA”, con le giuste modifiche (quella romana potrebbe essere un esempio ma ha i suoi problemi). Quanti giovani perdiamo nel passaggio under a campionato semiprofessionista? Questa emorragia è devastante, 1-2 max su 10 continuerà e solo per 1 anno max 2; visto che non avrà spazio, si demoralizzerà e abbandonerà. Dobbiamo estendere questo percorso e non chiuderlo come se fosse lasciato al concetto di evoluzione e selezione naturale sul più bravo e pronto. Quanti diventano pronti a 20/21 anni e li perdiamo, e quanti hanno avuto chances cioè sono stati messi alla prova dopo i 20/21 anni?

Ultima cosa: vedo migliaia di complimenti per i successi di atleti che hanno conseguito lauree triennali in Scienze Motorie (non me ne vogliano) o pseudo lauree on line: cerchiamo sempre di dare alle cose il giusto valore. Non ho mai visto un atleta con 5/6 allenamenti a settimana che si è laureato contemporaneamente in ingegneria aerospaziale o Fisica nucleare.

ilnapolista © riproduzione riservata