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Sull’Economist l’algoritmo degli allenatori: Ancelotti ultimo, Camolese più avanti di Zidane

Il prestigioso settimanale si dà al calcio e scrive che gli allenatori contano poco. Stila una classifica: Sarri è quarto, Guidolin subito dietro Guardiola

Sull’Economist l’algoritmo degli allenatori: Ancelotti ultimo, Camolese più avanti di Zidane

I titoli non contano

Dimenticate le tre Champions vinte, la Decima al Real Madrid, i titoli in giro per l’Europa nazionali e internazionali. Dimenticate tutto questo. Secondo The Economist Carlo Ancelotti è all’ultimo posto di una classifica di oltre cento tecnici. Ultimo a pari merito con Mehmed Bazdarevic ex ct della Bosnia che nella sua carriera di allenatore ha vinto una Coppa d’Algeria e una Coppa di Lega tunisina.

Per il prestigioso settimanale tutti sono meglio di Ancelotti: da Ralph Hasenhüttl del Southampton (ottavo) a Julian Nagelsmann (sedicesimo) dell’Hoffenheim, da José Luis del Mendilibar a Davide Nicola dell’Udinese, persino Bruno Giordano che ha allenato per l’ultima volta due anni fa, in Ungheria: il Tatabànya. In una classifica dominata da Lucien Favre del Borussia Dortmund e Rudi Garcia del Marsiglia dove, probabilmente l’unico che per titoli può dire la sua è Diego Simeone dell’Atletico Madrid. Quarto è Maurizio Sarri del Chelsea. Ferguson, per dirne una, è quindicesimo. Preceduto da Gasperini che è undicesimo. Guardiola è diciottesimo. Subito dietro di lui c’è Guidolin. Ci si può sbizzarrire: Mazzarri è più avanti di Mourinho.

I numeri di Fifa

Come ha fatto l’Economist a tirar fuori questa classifica? Semplice, attribuendo a giocatori ed allenatori gli stessi parametri utilizzati dai videogiochi della Fifa. Analizzano 18mila giocatori in base a rapporti di specialisti ed ai voti di 9.000 fan. Questi punteggi danno previsioni di corrispondenza affidabili. Usando solo i rating di pre-campionato di Fifa, si potrebbe prevedere la classifica finale con un margine di errore di otto punti.

Gli allenatori contano meno dei giocatori

Confrontando questi dati con l’impatto che hanno i tecnici, un allenatore che cambia panchina ha un apporto dell’8% rispetto al risultato del suo nuovo club. E anche dopo un decennio sulla stessa panchina, il suo impatto non raggiunge e non raggiungerà mai quello dei suoi giocatori. Ecco perché i migliori sono Jurgen Klopp e Diego Simeone che hanno preso una squadra dal nulla per trasformarla in una formazione vincente.

Ancelotti cattivo investimento

Con Carlo Ancelotti, invece, si sprecano risorse perché vince poco per i giocatori che ha. In otto delle ultime 12 stagioni ha avuto sempre delle fortezze ma ha vinto “solo” tre titoli. La vittoria di tre Champions per The Economist è sovrastimata. E allora evviva Gasperini e Rangnick che precedono Pep Guardiola, Massimiliano Allegri, Van Gaal. E viva pure Camolese che in classifica precede un certo Zidane.

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